In questa voce potete trovare:
– Prefazione: categorie degli Shadow Children.
– Articoli: minori stranieri non accompagnati, dopo due anni approvata alla Camera la nuova legge. Bambini di strada: i ragazzi delle fogne di Bucarest;sfruttamento minori dai big dell’elettronica; Sfruttamento minorile anche in Italia; Il cioccolato con l’amaro sapore dello sruttamento minorile; I dieci Paesi del Mondo con il più alto tasso di sfruttamento minorile; Sintesi della ricerca sulle spose bambine; I bambini dimenticati di Ceausescu; Geneva Call per il dramma dei bambini sodato; I corridoi umanitari.Rapporto sulla schiavitù. Cosa é la schiavitù minorile ai nostri giorni(Testo in inglese)
-Libri
–Films
– Documentari
–Inchieste, rapporti e approfondimenti
Prefazione: categorie degli Shadow Children
Bambini di strada . Il gruppo più numeroso su cui molto abbiamo detto. Vedere anche “articolo VG”
- Bambini soldato. Sono circa 300.000 soprattutto in Africa ma anche nelle aree conflittuali dell’Oriente. Vengono reclutati tra i piccoli (bambine comprese) rimasti soli. Le bambine sono anche oggetto di stupri. La loro sopravvivenza raramente supera i cinque mesi. Ove riescano a fuggire il reinserimento è difficile perché la .
popolazione ne diffida
- Bambini albini africani. Sono soggetti a mutilazioni e morte perché si considera che le parti del loro corpo, utilizzate nella magia vodoo assicurino successo e ricchezza. Vengono spesso stuprati perché si ritiene che un rapporto con loro guarisca dall’AIDS. In genere in Africa nasce un bambino albino ogni mille.
- Spose bambine. Si calcola che tra I Paesi dell’Oriente e dell’Africa, vengano celebrati 37.000 matrimoni al giorno, in Burkina Faso il fenomeno riguarda il 52,7% delle bambine dai 6 ai 12 anni che vengono sposate a uomini in genere di 50/60 anni che pagano per loro anche un solo montone e un sacco di riso e di tè.
- Bambini costretti alla mendicità in alcune scuole coraniche degenerate a cui li hanno affidati le loro poverissime famiglie. Sono soggetti a violenze e vessazioni. a Dakar, si stimano 30.000 presenze.
- Bambini/e vittime di sfruttamento sessuale. Età dai 4-6 anni fino ai 16. Prima di venderli ai bordelli per pedofili, in genere sono gli stessi padri che li violentano. I clienti sono spesso occidentali che i bambini chiamano “coccodrilli”. Sui corpi dei bambini ci sono tracce di bruciature, colpi di frusta, ecc. Ma i coccodrilli non le notano. Sono un veicolo di diffusione dell’AIDS. In Sudan esiste una tratta di minori venduti come schiavi sessuali in Egitto, Marocco e Arabia Saudita da cui spesso vengono dirottati verso altee destinazioni. . In Estremo Oriente le preferenze si orientano sui maschietti mentre in America latina si “ privilegiano” le bambine.
- Bambini utilizzati nelle miniere d’oro e cave a cielo aperto in Africa. Soggetti anche ad abusi sessuali, sono un veicolo di diffusione dell’AIDS. Turni di lavoro anche di 24 ore. Frequente l’avvelenamento da mercurio nelle miniere d’oro. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha pubblicato molto materiale sul tema: nelle miniere d’oro il lavoro dei bambini ha prodotto nel 2012, 1,6 tonn. d’oro per un valore di 85 milioni di dollari. Tanti anche i bambini utilizzati nelle fabbriche in Estremo Oriente.
- Bambini oggetto di tratta per espianti di organi (anche nel nostro Paese).
- Bambini vittime di conflitti o rimasti soli ed invalidi. Ai bambini dell’etnia Nande nella RD del Congo, zona di conflitti provocati dai minerali del sottosuolo,mercenari e guerriglieri amputano braccia e mani (come accadeva in Rwanda tanti anni fa, possibile nulla sia cambiato?).
- Bambini abbandonati a loro stessi – e quindi esposti a tutti i rischi -da genitori vittime del caporalato che non se ne possono occupare.. Questo a casa nostra.
- Se riflettiamo ci rendiamo conto che gli shadow children sono centinaia e centinaia di milioni. L’Italia ha circa 60 milioni di abitanti. Nulla in confronto all’infanzia sofferente a causa dell’avidità di denaro di spregevoli esseri umani mentre la gente perbene preferisce ignorare. Vogliamo almeno parlarne? Continuando a tacere si diventa complici!
- Bambini albini africani. Sono soggetti a mutilazioni e morte perché si considera che le parti del loro corpo, utilizzate nella magia vodoo assicurino successo e ricchezza. Vengono spesso stuprati perché si ritiene che un rapporto con loro guarisca dall’AIDS. In genere in Africa nasce un bambino albino ogni mille.
Cosa sono i corridoi umanitari
Le iniziative legate ad un corridoio umanitario possono comprendere diversi interventi in aiuto delle popolazione colpite dalla devastazione legata ai conflitti o disastri naturali: la distribuzione di alimenti, generi di prima necessità o medicinali, il trasferimento dei civili o dei soggetti più a rischio in zone sicure o addirittura l’espatrio dei profughi con metodologie convenzionali e legali. Lo stesso mediatore Onu Martin Kobler, inviato in Libia per negoziare la pace fra i governi di Tobruk e Tripoli, ha evidenziato la necessità di trovare l’accordo per stabilire dei “cessate il fuoco” umanitari ad intervalli regolari per consentire l’ingresso di aiuti per la popolazione civile fortemente provata dalla guerra civile.
L’iniziativa italiana per i profughi siriani.Libano e Marocco. Sotto l’iniziativa congiunta della Comunità di Sant’Egidio, della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese, il nostro Paese ha creato un corridoio umanitario con il Libano ed il Marocco per accogliere i profughi siriani e quelli provenienti dall’Africa sub-sahariana in fuga dall’Isis. Lo scopo é di evitare il traffico di esseri umani, le morti in mare e far vedere che è possibile utilizzare altri canali di ingresso che non siano le vie dei barconi della morte. Si tratta a tutti gli effetti di un progetto-pilota che gli organizzatori sperano di poter esportare anche nel resto d’Europa. Per finanziare l’iniziativa le comunità cristiane coinvolte hanno fatto ricorso ai proventi derivanti dall’otto per mille donato alla Chiesa Valdese e da altre campagne di raccolta fondi. È stato possibile creare così un sistema di accoglienza che non grava in alcun modo sulle casse dello Stato. Questo ha permesso in maniera veloce di ottenere il sostegno necessario da parte del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero dell’Interno, attori indispensabili per l’emissione dei documenti necessari all’espatrio e alla ricezione delle richieste di asilo.Per poter entrare in Italia attraverso il corridoio, deve essere infatti inoltrata la richiesta di visto per motivi umanitari all’ambasciata italiana presente sul territorio del Paese di partenza. Da questo vengono predisposti dei voli regolari che portano i rifugiati nel nostro Paese in maniera sicura, evitando così vie più pericolose come i viaggi sulle carrette del Mediterraneo nelle mani degli scafisti. La selezione delle richieste di accesso viene effettuata dagli operatori degli enti organizzatori presenti nei Paesi di transito affiancati dalle istituzioni di garanzia internazionale quali l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati, le ambasciate e le altre agenzie predisposte. Le persone vengono scelte in base al loro “grado di vulnerabilità”.I primi profughi sono arrivati proprio il 29 febbraio scorso: 93 persone sono sbarcate a Fiumicino e fra loro si contano 24 famiglie con 41 minori a seguito. Molti arrivano da Homs, la città siriana rasa al suolo da Assad, alleati e ribelli, altri dall’Iraq. Presentano tutti fragilità molto evidenti e situazioni molto serie. Come quella di Dia, un bambino siriano di 8 anni a cui una bomba ha maciullato una gamba: si prenderà cura di lui la Fondazione Zanardi di Bologna (con l’aiuto dell’Associazione Bimbi in Gamba) che metterà a disposizione del bimbo una protesi. Molti degli arrivati sono musulmani ma ci sono anche alcuni cristiani, vissuti per diverso tempo in campi profughi libanesi in attesa di ottenere il via libera per l’espatrio legale. Adesso verranno accolti e smistati in appositi alloggi messe a disposizione dalle comunità cristiane ad Aprilia, Torino, Reggio Emilia, Firenze e Roma stessa. Le stesse si occuperanno anche del loro inserimento nella nuova realtà locale. 1000 vite salvate. Il programma prevede che nei prossimi due anni i profughi ad arrivare tramite il canale del corridoio umanitario saranno in tutto 1000: 600 persone dal Libano, 150 dal Marocco e 250 dall’Etiopia. L’iniziativa italiana vuole essere la prima di tante altre esperienze da la replicare anche negli altri Paesi.Con l’apertura di queste vie di ingresso regolari si vuole contrastare in maniera netta il fenomeno degli sbarchi irregolari ed evitare nuove tragedie marittime come quelle che nell’ultimo anno sono costate la vita a centinaia di persone in fuga dalla guerra.
There are an estimated 40 million slaves in the world. Where do they live and what do they do? Slavery is not a thing of the past. A report released Tuesday by the U.N.affiliated International Labor Office (ILO) and the Walk Free Foundation estimates that there were 40.3 million people in some form of modern slavery around the world on any given day last year. Slavery tends to be a hidden, illegal practice — one in which the victim’s ability to speak out is limited. The authors of the Global Estimates of Modern Slavery study admit there are gaps in the available information: Although extensive United Nations data has been used in the study, some countries and sub-national regions are missing. Slavery tends to be a hidden, illegal practice — one in which the victim’s ability to speak out is limited. The authors of the Global Estimates of Modern Slavery study admit there are gaps in the available information: Although extensive United Nations data has been used in the study, some countries and sub-national regions are missing. Women and girls account for an estimated 28.7 million of enslaved people, about 71 percent of the total. Meanwhile, 1 in 4 victims of modern slavery are thought to be below the age of 18. Separate to this concept of forced labor is another definition of slavery: forced marriage, which makes up 38 percent, or 15.4 million, of the total number.Women and girls make up 88 percent of forced marriages, as well as 99 percent of sexual exploitation. Si suggerisce la lettura del rapporto completo su washingtonpost.com/news/worldnews/2017/09/19
Uno sguardo sull’abuso dei minori a livello globale.
La piaga dell’abuso sessuale dei minori, fenomeno storicamente diffuso in tutte le culture e le società, è diventata oggetto di studi sistematici in tempi relativamente recenti, anche perché è cambiata la sensibilità dell’opinione pubblica su un problema in passato considerato tabù. Ancora oggi comunque le statistiche disponibili raccolte in data base stilati da varie organizzazioni e organismi nazionali e internazionali (Oms, Unicef, Interpol, Europol ecc…) non rappresentano la vera entità del fenomeno, spesso sottostimato, principalmente perché molti casi di abuso sessuale su minori non vengono denunciati. Di rado, infatti, le vittime si confidano e cercano aiuto: 1 su 3 non ne parla con nessuno (dati 2017 raccolti dell’organizzazione no-profit THORN).
Le vittime. Livello globale: Nel 2017, l’Oms ha stimato che fino a 1 miliardo di minori di età compresa tra i 2 ed i 17 anni ha subito violenze o negligenze fisiche, emotive o sessuali. Gli abusi sessuali (dal palpeggiamento allo stupro), secondo alcune stime dell’Unicef del 2014, riguarderebbero oltre 120 milioni di bambine, tra le quali si registra il più alto numero di vittime. Nel 2017 la stessa organizzazione Onu ha riferito che in 38 Paesi del mondo a basso e medio reddito, quasi 17 milioni di donne adulte hanno ammesso di aver avuto un rapporto sessuale forzato durante l’infanzia. Con riferimento all’Italia nel 2017, il Cesvi ha stimato che 6 milioni di bambini hanno subito maltrattamenti. Inoltre, secondo i dati elaborati da Telefono Azzurro, nel periodo 1 gennaio-31 dicembre 2017, i casi di abuso sessuale e pedofilia gestiti dal Servizio 114 Emergenza Infanzia sono stati 98, pari a circa il 7,5% del totale dei casi gestiti dal Servizio. Il 65% dei minori richiedenti aiuto era composto da vittime di sesso femminile ed oltre il 40% era di età inferiore ad 11 anni.
Chi commette gli abusi:A livello globale, emerge che le violenze (siano esse fisiche, sessuali o emotive) sono per lo più commesse da genitori, parenti, mariti di spose bambine o educatori. Inoltre, secondo i dati Unicef del 2017 riguardanti 28 Paesi nel mondo, su 10 adolescenti che hanno avuto rapporti sessuali forzati, 9 rivelano di essere stati vittime di una persona conosciuta o vicina alla famiglia.Se prendiamo l’esempio dell’Italia, il rapporto di Telefono Azzurro del 2016 evidenzia che il 68,9% degli abusi avviene all’interno delle mura domestiche . Nello specifico, il presunto responsabile è, nel 73,7%, un genitore, mentre parenti, amici e conoscenti si riscontrano nel 3% dei casi. Gli insegnanti presunti responsabili, invece, sono pari al 2,5%, mentre gli estranei adulti sfiorano il 2,2%. teatro di violenze non è solo l’ambiente domestico. Anchenell’ambiente scolastico e sportivo, possono verificarsi episodi. Una ricerca inglese del 2011, realizzata dall’Nspcc (National Society for the Prevention of Cruelty to Children), ha riscontrato che il 29% dei soggetti intervistati riferiva di aver subito molestie sessuali (fisiche e verbali) nei centri dove praticava uno sport.
La legge sui minori non accompagnati 24/05/2017
Con l’approvazione della legge n. 47/2017, recante misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati, vengono introdotte una serie di modifiche alla normativa vigente al fine di rafforzare gli strumenti di tutela garantiti dall’ordinamento in favore dei minori stranieri. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’interno in occasione del Convegno sulle novità previste dalla legge, che si è tenuto alla Camera il 17 maggio 2017, il fenomeno riguarda circa 26.000 giovani sbarcati, di cui circa 15.000 in accoglienza: 10.000 a carico dei comuni e 4.185 nei centri del ministero dell’Interno. Sono soprattutto maschi, di età superiore a 16 anni. Sotto i 14 anni ci sono 2.014 bambini. Di alcuni di loro si perdono le tracce, altri diventano maggiorenni. Moltissimi provengono da Egitto e Albania, quest’ultimo un Paese di provenienza anomalo, che non presenta particolari criticità, da cui giungono perché attratti dalla qualità della vita e dal welfare italiano. La gran parte dei minori è ospitata in Sicilia. Nel verificare le condizioni di vita dei ragazzi accolti, il garante per l’infanzia ha riscontrato che alcuni giovani mostrano interesse al dialogo, altri restano isolati oppure diventano aggressivi; le ragazze accusano spesso danni psicologici per le violenze subite.
Per quanto concerne il contenuto della legge, le novità principali riguardano: le misure per l’accoglienza dei minori e, più in generale, il rafforzamento dei diritti e delle tutele in favore dei minori. Le disposizioni ivi previste si applicano ai minorenni non aventi cittadinanza italiana o dell’Unione europea che si trovano per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che sono altrimenti sottoposti alla giurisdizione italiana privi di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili in base alle legge vigenti nell’ordinamento italiano (art. 2).
La I Commissione della Camera ha avviato l’esame in sede referente della proposta di legge nella seduta del 3 giugno 2014. Nell’ambito di tale esame è stata svolta un’indagine conoscitiva con le audizioni di organizzazioni e istituzioni che operano nel settore, nonché di esperti della materia. Nel corso dell’istruttoria si è reso necessario adeguare il testo della proposta di legge n. 1658, come modificata dalla Commissione, alle modifiche intervenute nel corso della legislatura, a seguito dell’entrata in vigore il D. Lgs. 18 agosto 2015, n. 142 (cd. decreto accoglienza), che ha dato attuazione alle direttive 2013/32/UE (procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale) e 2013/33/UE (relativa all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale).
Tra i principi, la legge, da un lato, introduce esplicitamente un divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei minori stranieri non accompagnati, respingimento che non può essere disposto in alcun caso (nuovo comma 1-bis dell’art. 19 del TU immigrazione).
Dall’altro, modifica la disciplina relativa al divieto di espulsione dei minori stranieri che, in base alla normativa vigente, può essere derogato esclusivamente per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato, stabilendo ulteriomente che, in ogni caso, il provvedimento di espulsione può essere adottato a condizione che non comporti “un rischio di danni gravi per il minore”. E’ altresì specificato che la decisione del tribunale per i minorenni, che ha la competenza in materia, deve essere assunta tempestivamente e comunque nel termine di 30 giorni.
Ai minori stranieri non accompagnati non si applicano le disposizioni in materia di protezione internazionale e di contrasto all’immigrazione clandestina, contenute nel D.L. 13/2017.
Le misure di accoglienza
In tema di accoglienza, la legge introduce alcune modifiche alle disposizioni recate in proposito dal decreto legislativo n. 142 del 2015 (art. 4), con le quali:
- è ridotto da 60 a 30 giorni il termine massimo di trattenimentodei minori nelle strutture di prima accoglienza;
- è stabilito un termine massimo di 10 giorni per le operazioni di identificazione, mentre attualmente non è previsto alcun termine;
- è introdotto in via generale il principio di specificità delle strutturedi accoglienza riservate ai minori;
Inoltre, a completamento della disciplina vigente, la legge disciplina una procedura unica di identificazione del minore, che costituisce il passaggio fondamentale per l’accertamento della minore età, da cui a sua volta dipende la possibilità di applicare le misure di protezione in favore dei minori non accompagnati. Tale procedura prevede: un colloquio del minore con personale qualificato, sotto la direzione dei sevizi dell’ente locale; la richiesta di un documento anagrafico in caso di dubbio sull’età ed, eventualmente, di esami socio-sanitari, con il consenso del minore e con modalità il meno invasive possibile; la presunzione della minore età nel caso in permangono dubbi sull’età anche in seguito all’accertamento (art. 5).
Viene inoltre prevista l’istituzione del Sistema informativo nazionale dei minori stranieri non accompagnati, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel quale confluiscono le cartelle sociali dei minori non accompagnati, compilate dal personale qualificato che svolge il colloquio con il minore nella fase di prima accoglienza. La cartella include tutti gli elementi utili alla determinazione della soluzione di lungo periodo per il minore, nel suo superiore interesse (art. 9).
In relazione alla rete di accoglienza, la legge estende pienamente l’accesso ai servizi del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – SPRAR a tutti i minori non accompagnati a prescindere dai posti disponibili, come previsto dalla legge di stabilità 2015 (art. 1, comma 183, L. n. 190/2014). La capienza del Sistema deve pertanto essere commisurata alle effettive presenze dei minori sul territorio nazionale ed è comunque stabilita nei limiti delle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (art. 12).
Tutele e diritti dei minori
Per potenziare l’efficacia delle tutele nei confronti dei minori non accompagnati, la legge interviene su ulteriori aspetti della disciplina.
Un ambito di intervento (artt. 6 e 8) riguarda le modifiche alla disciplina del c.d. rimpatrio assistito, che consiste nel rimpatrio del minore finalizzato a garantire il diritto all’unità familiare dello stesso. Il provvedimento può essere adottato solo se, in seguito a un’indagine specifica (c.d. indagini familiari) si ritiene che il rimpatrio sia opportuno nell’interesse del minore.
In materia, la legge rende più celere l’attivazione delle indagini familiari e introduce un criterio di preferenza dell’affidamento ai familiari rispetto al collocamento in comunità di accoglienza. Inoltre, è spostata la competenza ad adottare i provvedimenti di rimpatrio assistito dal Ministero del lavoro al tribunale per i minorenni, che già oggi decide in merito ai provvedimenti di espulsione.
Per favorire e promuovere gli istituti di assistenza e protezione dei minori in stato di abbandono (tutela e affidamento), che già oggi si applicano anche ai minori stranieri non accompagnati, la proposta assegna agli enti locali il compito di sensibilizzare e formare affidatari per accogliere minori non accompagnati, in modo da favorire l’affidamento familiare in luogo del ricovero in una struttura di accoglienza; nonché prevede l’istituzione, presso ogni tribunale per i minorenni, di elenchi di tutorivolontari disponibili ad assumere la tutela di un minore straniero non accompagnato (artt. 7 e 11).
Alcune disposizioni della legge sono poi finalizzate a rafforzare singoli diritti già riconosciuti ai minori non accompagnati. In particolare:
- viene estesa la piena garanzia dell’assistenza sanitaria ai minori non accompagnati prevedendo la loro iscrizione al Servizio sanitario nazionale,che la normativa vigente considera obbligatoria solo per i minori in possesso di un permesso di soggiorno, anche nelle more del rilascio del permesso di soggiorno, dopo il ritrovamento a seguito della segnalazione (attualmente è comunque garantita a tutti i minori la tutela della salute);
- è incentivata l’adozione di specifiche misureda parte delle istituzioni scolastiche e delle istituzioni formative accreditate dalle regioni idonee a favorire l’assolvimento dell’obbligo scolastico e formativo da parte dei minori, anche mediante convenzioni volte a promuovere specifici programmi di apprendistato (art. 14);
- sono implementate le garanzie processuali e procedimentali a tutela del minore straniero,mediante la garanzia di assistenza affettiva e psicologica dei minori stranieri non accompagnati in ogni stato e grado del procedimento (art. 15) e il riconoscimento del diritto del minore di essere informato dell’opportunità di nominare un legale di fiducia, anche attraverso il tutore nominato o i legali rappresentanti delle comunità di accoglienza, e di avvalersi del gratuito patrocinio a spese dello Stato in ogni stato e grado del procedimento (art. 16).
Infine, alcune disposizioni introducono misure speciali di protezione per specifiche categorie di minori non accompagnati, in considerazione del particolare stato di vulnerabilità in cui si trovano, come i minori non accompagnati vittime di tratta (art. 17)
Sfruttamento minori anche in Italia
Non solo in Paesi lontani ma anche qui da noi, Save The Children nel dossier 2015 «Piccoli schiavi invisibili» fa il punto sul drammatico fenomeno della tratta e dello sfruttamento di minori, che coinvolge 168 milioni di bambini e adolescenti. Anche in Italia.I dati si riferiscono allo scorso anno, ma la situazione anche nel 2016 è la stessa.
Secondo le stime Eurostat, il nostro Paese è, in Europa, quello in cui è stato segnalato il maggior numero di vittime accertate e presunte, pari a quasi 2.400.Sono soprattutto nigeriani, rumeni, marocchini, ghanesi, albanesi, eritrei senza dimenticare che questi dati «non tengono conto della gran parte di minori che rimangono invisibili e che non vengono identificati come vittime di tratta e sfruttamento, sia perché il fenomeno è di per sé sommerso, come nel caso dello sfruttamento sessuale in appartamenti e luoghi chiusi, ma anche nel caso dei minori migranti in transito in Italia>>
Una situazione, dunque, di grave emergenza, davanti alla quale, però, il nostro governo è in forte ritardo. «L’Italia – secondo quanto denunciato da Save The Children- avrebbe dovuto adottare, con delibera del Consiglio dei Ministri, il Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani». Sono tutti punti, questi, contenuti in un disegno di legge (n. 1658) su cui ha lavorato anche Save The Children, relativo appunto alle «misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati» e di cui si sono fatti promotori diversi parlamentari (prima firmataria l’on. Pd Sandra Zampa).( Estratto da l’Espresso del 21 agosto 2015). Se impareremo a parlarne potremo dare un prezioso aiuto ai politici più sensibili e impegnati.
II cioccolato con l’ amaro sapore dello sfruttamento minorile.
Un ingrediente segreto, dal sapore amaro, che sa di schiavitù e di sfruttamento: Il settore del cioccolato, nonostante le intese, i protocolli e le dichiarazioni di buoni intenti, occupa ancora tantissimi minori nelle piantagioni di cacao, vittime di una vera e propia “tratta” che, secondo alcune stime, ne coinvolgerebbe più di 200 mila, di età compresa tra i cinque e i quindici anni. Pagati appena un pugno di dollari, questi moderni schiavi vengono dal Benin, dal Togo, dal Ghana, dalla Nigeria, dal Camerun, dal Burkina Faso, dalla Costa d’Avorio. Sono coperti di cicatrici, segni evidenti delle frustate e delle percosse a cui sono sottoposti, vestiti di stracci, rinchiusi in veri e propri lager, dove si dorme in baracche fatiscenti con porte e finestre sbarrette dall’esterno. Ma loro il cioccolato non lo mangiano, lo raccolgono.
Così, molti i anni dopo il protocollo Harkin-Engel, firmato dall’industria del cioccolato nel 2001 per fermare questa moderna schiavitù, nulla è cambiato. Eppure sono passati più di 10 anni da quando l’articolo “A Taste of Slavery”, di Sudarsan Raghavan e Sumana Chatterjee, diede vita allo scandalo che portò al protocollo. Avevano raccontato con immagini inequivocabili, come le grandi compagnie del cacao usassero i bambini per la raccolta del cacao trattandoli come schiavi, di come Aly Diabate, un piccolo malese di 12 anni, fosse stato convinto da un mercante di schiavi, detto “Le Gros” (Il Grosso), a lavorare nelle piantagioni. Gli aveva promesso una bicicletta e 150 dollari all’anno. Non arrivarono mai. Arrivarono invece le fatiche, il duro lavoro, le sevizie, le torture, le botte. “Non so cosa sia il cioccolato” raccontò Aly ai reporters. Lui ne conosceva solo i semi e la pianta, non il prodotto lavorato.Quel dossier finì dai giornali al Congresso americano, che costrinse le multinazionali del cacao, da Nestlè a Hershey’s, fino alla M&M, già balzata all’onore delle cronache per la sperimentazione animale, a firmare l’accordo con cui si impegnavano a non usare più bambini come schiavi entro il 2005 e ad apporre l’etichetta “slave-free”, ma ancora nulla è cambiato. Un team di ricercatori della Tulane University, New Orleans, su incarico del Congresso americano, ha rilasciato un ennesimo dettagliato rapporto sull’uso di bambini nelle piantagioni di cacao, in particolare in Ghana e Costa d’Avorio che, con il 60% della produzione globale, sono i più grandi produttori di cacao al mondo Ben la metà dei bimbi provenienti da famiglie contadine lavora nell’agricoltura, spiega il dossier. E, tra il 25% e il 50% è utilizzata nelle piantagioni di cacao.
Questi non-bambini vengono costretti a trasportare carichi troppo pesanti sulle spalle, che danneggiano le colonne vertebrali, usano attrezzi pericolosi con cui spesso si feriscono, come il machete, respirano giornalmente tutte le sostanze chimiche utilizzate nelle piantagioni. Ma i fabbricanti di cioccolato continuano a nascondersi dietro al cofinanziamento di progetti pilota, che sono in pratica un greenwashing sociale.Per contrastare tutto ciò, un gruppo di ONG di tutto il mondo, da International Labor Rights ForumGeneral Coordination, a Stop the traffik, ha lanciato la 10 Campaign, un’iniziativa che vuole denunciare il fallimento del decennio del protocollo. Ma che è anche l’inizio di una offensiva più aggressiva contro governi e le imprese dei paesi importatori di cacao e le imprese.(estratto da www.greenme, Roberta Ragni)
I 10 Paesi del Mondo con il più alto tasso di schiavitù anche Minorile (da Walk Free Foundation e Francesca Mancuso)
Un rapporto del 2014 della Walk Free Foundation, organizzazione per i diritti umani, segnala che 35,8 milioni di persone sono ridotte in schiavitù in tutto il mondo. E 10 paesi detengono il 70% della quota totale.La schiavitù moderna differisce da quella tradizionale. La schiavitù moderna é il possesso o il controllo di una persona privata dei propri diritti con l’intenzione di sfruttamento.Cinque paesi rappresentano da soli il 61% del totale di chi vive nella moderna condizione di schiavitù, e il 70% di tutte le persone schiavizzate vive in 10 paesi. Ma ecco nel dettaglio la triste top ten:
India .Al secondo posto mondiale per popolazione, l’India ha il più grande numero assoluto di residenti che vivono in condizioni di schiavitù moderna con circa 14,3 milioni di schiavi e. La prevalenza della schiavitù in India, come in altri paesi situati nella regione Asia-Pacifico, è in gran parte dovuta alla dipendenza dell’economia sul lavoro poco qualificato e poco costoso.
Pakistan.Qui vivono in condizioni di schiavitù 2,1 milioni di persone, circa l’1% della popolazione del Pakistan. La forma più comune è la schiavitù per debiti, una tecnica spesso utilizzata dai datori di lavoro. Se i lavoratori aumentano ulteriormente i loro debiti, gli altri membri della famiglia sono spesso costretti ad aiutare il datore di lavoro gratuitamente. Secondo la Walk Free Foundation, ci sono circa 10 milioni di bambini lavoratori in Pakistan.
Cina.Qui la popolazione ridotta in schiavitù è pari a 3,2 milioni. Questa cifra elevata può essere commisurata in parte al fatto che la Cina è il paese più popoloso del mondo, con oltre 1,3 miliardi di abitanti.
Uzbekistan. Circa il 4% di tutte le persone che vicono in Uzbekistan sono in condizioni di schiavitù moderna, costrette a raccogliere il cotone per due mesi ogni anno. Nonostante un calo della produzione di cotone negli ultimi anni.5. Russia.La Russia è uno dei cinque paesi nel mondo con più diun milione di personeche vivono come schiavi moderni, secondo la Walk Free Foundation. Tra questi i lavoratori nati nei paesi dell’ex Unione Sovietica, anche i bambini che sono vittime della tratta del sesso.
Nigeria.Il paese africano ha 834.200 persone ridotte in schiavitù. . Circa un abitante su 200 vive in stato di schiavitù, uno dei tassi più elevati di tutto il mondo. Il governo nigeriano è quello che meglio sta rispondendo al problema. La Nigeria è stato uno dei soli 8 paesi subsahariani, ad avere un bilancio chiaro – 11,9 milioni dollari – per il finanziamento delle risposte al traffico di esseri umani.
Congo.Nella Repubblica Democratica del Congo, 762.900 persone sono ridotte in schiavitù. Nonostante la forte economia, il paese è ancora tra i meno sviluppati del mondo. La RDC è stato il terreno di una guerra sanguinosa che ha coinvolto numerosi paesi africani tra il 1998 e il 2003, e che è costata milioni di vite. Vari conflitti armati continuano anche oggi. Un altro fattore è la ricca quantità di risorse del paese, per questo si contano numerosi schiavi bambini impiegati nelll’estrazione di materie prime come diamanti, rame e oro.
Indonesia.Sono 714.100 le persone in schiavitù moderna.. Secondo la Walk Free Foundation, la schiavitù moderna in Indonesia è caratterizzata da lavoro forzato soprattutto in ambito della produzione di olio di palma con lavoratori spesso intrappolati nelle piantagioni. L’olio di palma è usato in molti prodotti di consumo, dal rossetto ai dolci compresa la più diffusa crema di nocciole e gianduia.
Bangladesh.Sono 680.900 le persone in schiavitù moderna.
Thailandia.La popolazione in stato di schiavitù moderna è pari a 475.300 unità. Inoltre, i lavoratori migranti provenienti da paesi limitrofi costituiscono una parte considerevole della forza lavoro della Thailandia e sono forse anche i più propensi ad accettare lavoro forzato o di sfruttamento sessuale.WALK Free Foundatiom e Francesca Mancuso (estratto)
Sintesi della ricerca sul tema delle spose bambine e dei concepimenti prematuri svolta dai ragazzi del Liceo Giovanni Berchet di Milano.
Il matrimonio, in molti Paesi in via di sviluppo, è determinato da una decisione delle famiglie e molte bambine e adolescenti vengono costrette a sposarsi senza poter esercitare il loro diritto di scelta. In questi Paesi il concepimento prematuro, porta a mettere fine a ogni possibilità d’istruzione delle ragazze e il matrimonio è spesso l’anticamera di una vita di asservimento domestico e abuso sessuale. Il fenomeno dei matrimoni forzati coinvolge tre milioni di adolescenti e causa quasi sempre effetti devastanti quali l’assenza di scolarizzazione, gravidanze difficili, traumi delle vie genitali e psicosi maniaco-depressive; tuttavia gli uomini sono più interessati a scambiare le proprie figlie con un montone piuttosto che proteggere la loro infanzia .In India, a Varanasi /Benares, la città santa dell’induismo sulle rive del Gange, si possono trovare tuguri affollati da donne spettrali ma anche anche da bambine di 8 o 9 anni, con la testa rasata e avvolte nelle bianche garze del lutto: le vedove. Infatti, i genitori le cedono a un uomo che ha 30-40 anni più di loro , il quale la prende in sposa quando non ha più di 12 anni, spesso meno. A causa della grande differenza di età esse corrono il rischio di rimanere vedove prematuramente, finendo relegate in in queste case dove vivono affidate alla carità.
Con il matrimonio le spose bambine abbandonano la famiglia e la scuola per andare a vivere con il marito nella capanna dei suoceri, dove si occupano di tutte le faccende domestiche; il loro compito principale è mettere al mondo quanti più figli maschi possibile anche se il loro giovane corpo è troppo giovane per molteplici gravidanze: così si rischia che la madre non sopravviva al trauma del parto come pure i neonati. Dopo aver dato alla luce due o più figli, le ragazze vengono spesso abbandonate dal marito che prende un’altra giovane. Il fenomeno riguarda molti Paesi , non solo quelli islamici. In Burkina Faso, per esempio, le ragazze tra i 12 e i 15 anni vengono consegnate ad un uomo spesso di 50/60 anni, molte volte già sposato, che la prende come oggetto sessuale e serve nella sua abitazione e per il lavoro nei campi.Per le ragazze che riescono a fuggire da questa vita, in questo Paese ci sono i Centri di Accoglienza Governativi gestiti soprattutto da suore; ma se aspettano un bambino, non vengono più accolte in quanto,.se incinte, sono donne e quindi appartengono al marito.Le famiglie cedono le figlie ancora bambine solo per ricavarne pochi spiccioli o un montone.. Ove le ragazze non si sottomettano alla volontà dei padri e dei mariti, meritano una punizione: per esempio, in Kenya, la violenza contro una moglie disobbediente viene comunemente ammessa. In “Immagini” due foto inserite nella ricerca: due spose bambine liberate e ospitate in un centro di Accoglienza e le violenze subite da una sposa bambina in India.
I bambini dimenticati di Ceausescu.
Nella remota città transilvana di Sighetu Marmatiei Olga, 22 anni, cammina tra le macerie sporche sul pavimento dell’orfanotrofio Camin Spital. Si tratta di un imponente edificio di quattro piani, costruito nel tipico stile brutale dell’era comunista. Fino alla chiusura, nel 2003, l’istituto era casa di centinaia di bambini con disabilità fisiche e problemi di apprendimento. “Mi ricordo, e questo mi provoca brividi freddi. Ricordo i pasti, il cibo pessimo, solo latte e pane – perlopiù indurito – e qualche volta una zuppa incolore” dice. “Non c’erano giocattoli, abbiamo giocato con ciò che c’era, con gli spazzolini da denti.“Non avevamo alcun tipo di relazione con gli adulti” dice Olga “c’erano loro e c’eravamo noi. Quando il regime di Nicolae Ceausescu è caduto nel dicembre 1989 sono emerse le condizioni spaventose degli orfanotrofi romeni. Sotto uno dei dittatori più repressivi del XX secolo 100.000 bambini sono stati abbandonati in istituti sovraffollati e nascosti, un effetto devastante delle politiche pro-natalità del regime. Il mondo è rimasto sconvolto dalle immagini dei bambini con le teste rasate che giocavano su pavimenti cosparsi di urina, privati di cibo e affetto.Sono diversi i fattori che hanno causato l’enorme numero di orfani in Romania. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il tasso di natalità nel paese era praticamente inesistente. Prendendo ispirazione dalla teoria stalinista che una grande popolazione significhi crescita economica Ceausescu ha introdotto una serie di politiche di coppia per forzare a fare figli: “Il feto è la proprietà socialista della società” annuciò all’epoca Ceausescu.L’aborto e la contraccezione furono proibiti e la maternità divenne un dovere di Stato monitorato dalla Securitate, la polizia segreta. Le donne venivano controllate per verificare se fossero incinte e se non riuscivano a dare alla luce figli dovevano affrontare un processo. Queste politiche, unite alla povertà diffusa e all’idea che lo Stato potesse occuparsi dei figli meglio delle famiglie, portarono le coppie a fare più figli di quanti non potessero permettersene e decine di migliaia di bambini finirono in orfanotrofio.Trent’anni dopo il governo romeno ha cambiato approccio e creato diversi servizi di protezione dell’infanzia. Ma esistono ancora 160 istituti sparsi in tutto il Paese e 58.000 bambini vivono grazie alle “amorevoli cure” dello Stato, di cui 9.000 in grandi orfanotrofi. Più della metà di questi bambini soffre di gravi disabilità indotte.“I bambini finiscono negli istituti sopratutto per via della povertà” afferma Stefan Darabus, direttore regionale di Hope and Homes for Children (HHC). L’organizzazione che lavora con il governo per chiudere i grandi e isolatissimi orfanotrofi, spostando i bambini da famiglie adottive e in piccole case famiglia.Il lavoro combinato tra l’organizzazione e il governo ha portato alla chiusura di 50 istituti ma la povertà continua a portare bambini in questi orfanotrofi. Mentre l’economia romena è in crescita , il 70 per cento della popolazione rurale del paese vive ancora in condizioni di povertà, I bambini delle comunità più povere, compresi quelli di etnia Rom, sono ad alto rischio di finire in un orfanotrofio. Rispetto agli orfanotrofi del 1990 gli istituti di oggi appaiono molto diversi. Sono più puliti e meno affollati.La Romania ha percorso una lunga strada per chiudere gli istituti. Oggi, ogni nove ore un bambino viene abbandonato dai genitori in ospedale e anche se questo è un numero scioccante è in netto miglioramento rispetto una decina di anni fa, quando veniva abbandonato un bambino ogni due ore. Il problema é sempre la estrema povertà delle aree rurali. Consentite una riflessione: tra i romeni che arrivano da noi ci sono tante ottime persone, lavoratori che si stanno costruendo un futuro, però c’è anche chi si dedica ad attività criminali, al bere, ecc. ma, chiediamoci, che esperienze avranno alle spalle, dove saranno cresciuti ? Hanno cominciato a chiudere questi lager solo nel 2003. Molti sono arrivati da noi pieni di speranze ma ciò che hanno vissuto da bambini ne ha impedito la realizzazione, forse.
Geneva Call raccoglie 21 movimenti armati a Ginevra per discutere di come porre fine al reclutamento dei bambini e per proteggere meglio i bambini nei conflitti armati.
31 capi, comandanti e consiglieri di 21 movimenti armati provenienti da 11 Paesi, tra cui Siria, Iraq, Colombia, Yemen e Birmania/Myanmar, hanno partecipato a workshop e discussioni sul tema della tutela dei minori nei conflitti armati. (…) Geneva Call e le agenzie specializzate hanno organizzato sessioni di formazione su norme e meccanismi di protezione dei bambini nei conflitti armati internazionali nonché su questioni specifiche come ad esempio i metodi per valutare l’età delle nuove reclute e il rilascio e la reintegrazione dei bambini soldato. Sono intervenuti il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per i bambini e i conflitti armati ed esperti di UNICEF, Save the Children, War Child, Protect Education in Insecurity and Conflict e Global Coalition to Protect Education from Attack. Le sessioni dell’ultimo giorno sono state dedicate in particolare alla tutela delle scuole dall’uso militare e dal rischio di attacco. I rappresentanti dei movimenti armati sono stati in grado di condividere le loro esperienze e le sfide che devono affrontare nell’attuazione delle norme internazionali. http://genevacall.org/geneva-call-gathers-21-armed-movements-geneva-discuss-end-child-recruitmentbetter-protect-children-armed-conflict.
Don Fortunato di Noto, un colosso della lotta alla pedopornografia.(da Wikipedia)
Fortunato Di Noto entra in seminario diocesano di Noto nel settembre del 1984. Si laurea in Storia della Chiesa presso l’Univeristà Gregoriana di Roma. Il 3 settembre 1991 è ordinato sacerdote nella Cattedrale di Noto.Nel 1992 diventa professore di storia della Chiesa presso la sezione distaccata di Noto della Pontificia Università della Santa Croce di Roma. Nel 1995 è nominato parroco della Madonna del Carmine ad Avola. el 1996 fonda l’associazione Meter, iniziando la sua battaglia contro la pedofilia. Attività che l’ha reso noto a livello internazionale. Si è fatto promotore di diverse iniziative tra cui la Giornata in Memoria dei Bambini Vittime dello Sfruttamento, della Violenza e dell’Indifferenza e contro la Moratoria Internazionale contro la Pedofilia. Secondo alcune sue dichiarazioni, don Fortunato si sarebbe avvicinato al dramma della pedofilia a partire dal 1995 in seguito ad alcuni eventi accaduti nella sua parrocchia di Avola: tra cui il tentato omicidio di una bambina di 11 anni che fece emergere gli abusi che aveva subito e il suicidio di un quattordicenne, anch’egli vittima di violenze. A partire dal 1997, ha iniziato una costante attività di controllo, in collaborazione con la Polizia Postale. sullo sfruttamento sessuale minorile e sulla diffusione di materiale pedopornografico . È stato fra i primi a scoprire l’esistenza del Fronte per la Liberazione dei Pedofili, un movimento clandestino fondato da un ex poliziotto romano, responsabile fra gli altri di alcuni episodi di violenza avvenuti in una scuola di Roma.Ha presentato due petizioni al Parlamento Europeo: una contro l’ammissione alle elezioni politiche olandesi di una lista in difesa dei pedofili, un’altra per contrastare la Giornata dell’Orgoglio Pedofilo, un’iniziativa tesa a legalizzare la pedofilia che coinvolge minori in età prepubere e addirittura neonati.Collabora anche con altre associazioni internazionali impegnate in difesa dei bambini: in particolare con i Comitati Bianchi del Belgio (per non dimenticare Marcinelle) e con “Innocence en danger” (ne è l’attuale vicepresidente), un organismo internazionale che riunisce le associazioni e i governi di 47 nazioni.a denunciato anche presunte complicità politiche fra le lobbies dei pedofili e alcuni partiti italiani. In particolare, il 28 ottobre 1999 in un’interrogazione alla commissione parlamentare sull’infanzia, denunciò il sostegno del Partito Radicale ad un’associazione danese in difesa dei pedofili e l’organizzazione da parte dello stesso partito di un convegno in favore della “libera sessualità” fra adulti e bambini.Le sue denunce hanno aperto, agli inizi degli anni duemila una maxinchiesta da parte della Procura di Torre Annunziata[5] che ha portato alla luce una rete europea della pedofilia. Nel corso dell’indagine, sia lui sia i magistrati hanno riferito di pressioni e minacce ricevute da “personaggi altolocati” affinché si infangasse l’inchiesta sulla sua attività, ha ricevuto anche minacce e violenze da parte di gruppi organizzati di pedofili.Don Fortunato si batte anche contro i maghi, i cartomanti e, più in generale, le attività di sfruttamento della superstizione per fini di lucro.
LIBRI
In mezzo al mare,Storie di giovani rifugiati di Mary Beth Leatherdale Castoro Editrice,marzo 2019 . 15,00 €,Un libro illustrato, vincitore di molti premi, che ha il valore di un documento storico e la potenza di un libro di testimonianza adatto a partire dagli 11 anni di età.Tradotto dai ragazzi della BIBLIOTECA IBBY DI LAMPEDUSA.1 Euro per ogni copia venduta sarà devoluto alla Biblioteca di Lampedusa.
Donne crocefisse, Don Aldo Buonaiuto, con prefazione di Papa Francesco. La tratta delle minorenni costrette a prostituirsi sulle strade italiane. L ‘A. è un prete di strada che, rosario fosforescente in mano (per non essere scambiato per un cliente), gira di notte tra gli ultimi degli ultimi, che cerca di recuperare attraverso i Centri della Comunità Papa Giovanni XXIII presenti in tutta Italia. Rubbettino Editore.
Secret Slave, Anna Ruston, Una ragazza inglese ha raccontato in un libro la sua spaventosa esperienza. Nata in una famiglia fortemente disturbata,. a 15 anni accettò l’amicizia di un tassista orientale che, una volta portatala a casa sua – dove avrebbe dovuto conoscere la famiglia dell’uomo – la rinchiuse in una stanza in cui venne stuprata per 13 anni. Il rapitore ha anche venduto i quattro bambini nati dagli stupri ai quali parteciparono anche i suoi amici. Finalmente riusci a fuggire grazie all’aiuto di un Assistente Sanitario che le fece superare il terrore di raccontare la sua storia. La BBC ha dedicato una trasmissione al suo libro. Ora i tabloid britannici accusano le autorità del Regno Unito per non aver agito quando la giovane vittima finiva in ospedale a causa delle percosse del suo persecutore. Il libro, non tradotto in italiano, può essere acquistato su Amazon.it. Segnalato dal RAG (Rotarian Action Group against Slavery) nella newsletter di Febb.2017.
Bambini soldato, problemi e prospettive, Marina Aragona, Istituto Ricerche Internazionali, Roma,Archivio disarmo. Una panoramica molto completa e documentata che tocca tutti gli aspetti di questo fenomeno così difficile da debellare. Consultabile in internet .wwwistitutoricercheinternazionali.it
Minori stranieri non accompagnati. Il Fenomeno in Italia,ed. Albeggi, Fiumicino(RM), 2016. Prezzo 15 Euro. L’indagine del giornalista Luca Attanasio racconta di uno degli aspetti meno sondati dai reportage e dalle inchieste che trattano dei viaggi della speranza tra cui quelli dei minori non accompagnati. Racconta l’A. ” Mentre facevo queste indagini mi rendevo sempre più conto della presenza… di ragazzini sempre più piccoli e negli ultimi anni é esploso il fenomeno dei migranti minorenni soli” e prosegue “si tratta di ragazzi costretti a venire a contatto con la mafia, ad essere gestiti in toto dalla mafia, ad assistere a scene di estrema violenza,a venire loro stessi torturati, picchiati …” La rete che traghetta questi minori verso l’Europa é molto organizzata e approfitta della debolezza e fragilità di questi ragazzi. Una volta che viene negata loro ogni possibilità, il passo per diventare spacciatori e per essere costretti a prostituirsi é breve e avviene con grande frequenza. Se ne consiglia la lettura insieme all’inchiesta di Lorenzo Attianese , più sotto riportata, Pedofilia, le mani della ‘ndrangheta.
A.Wernicke, Las colinas del hambre.Editorial Serapis, Buenos Aires.2016. La prima edizione del libro risale al 1937, la seconda al 1943 ma é ancora di grande attualità. Narra delle “Villas Miseria” le sterminate bidonvilles che circondano le principali città argentine. Le villas sono tuttora in espansione e continuano ad incrementare il popolo dei bambini di strada.
Alì Nojoud: LA SPOSA BAMBINA,Piemme Ed., 2016. Autobiografico: la storia di Alì bambina yemenita, andata in sposa a 8 anni ad un uomo di venti anni di più e che é riuscita a ribellarsi e ad ottenere il divorzio a 10 anni. Da questo libro é stato tratto un film la cui regista, yemenita anche lei, é passata per la stessa esperienza.
Emilia Costantini: QUEL SEGNO SULLA FRONTE Imprimatur editore,2014. Prezzo 14 Euro. Sotto forma di romanzo una storia di espianti clandestini da bambini.
Lydia Cacho: I DEMONI DELL’EDEN, Fandango Libri, 2014, Prezzo 16 euro. , scritrice messicana e attivista dei diritti umani, che lotta contro lo sfruttamento sessuale infantile. La storia documentatissima della sua battaglia contro una rete di pedofili creata da un insospettabile potentissimo miliardario messicano. Ha ricevuto numerosi premi anche da Amnesty International e dall’UNESCO.
Massimiliano Frassi, I BAMBINI DELLE FOGNE DI BUCAREST, Ed. Ferrari,2002
Chine Ketsi. UNA BAMBINA SOLDATO, Marsilio Editore,2008.
Faith McDonnell, Akala Grace, STORIA DI UNA BAMBINA SOLDATO, edizioni Clandestine,2013
Laura Dryjanska-Roberto Giua : SOLIDARIETA’ INTERGENERAZIONALE, Edizioni Accademiche Italiane,2015. Il capitolo “Una triste realtà: la piaga dei bambini di strada” di Valeria Galletti, coordinatrice del Progetto rotariano Shadow Children, fornisce una panoramica della situazione dei bambini di strada nei Paesi in cui sono maggioritariamente presenti.
INCHIESTE, RAPPORTI e Articoli di approfondimento
Lo sfruttamento dei talibès
Spesso accade in paesi come il Senegal, il Gambia, il Mali o la Mauritania, che i talibés vengano assegnati fin da piccoli alle daara, scuole coraniche conosciute come madrasa,dove l’insegnante, marabutto, si occupa della loro istruzione e formazione.Tuttavia, negli ultimi anni, le daara in Senegal stanno ricevendo sempre più critiche dalla società civile e dalle organizzazione per i diritti umani a causa delle dure condizioni di vita a cui certi marabutti sottopongono i talibés, costretti a mendicare per le strade e a sopravvivere con il minimo indispensabile. Lo stesso presidente del Senegal, Macky Sall, in occasione della festa a conclusione del Ramadan ha dichiarato: ‹‹Tutti i paesi devono mobilitarsi contro i bambini costretti a chiedere l’elemosina dato che nelle vere daara non è permesso ai talibés di mendicare giorno e notte per le strade. Questo non ha nulla a che fare con l’Islam›.In realtà, in Senegal una legge che vieta lo sfruttamento dei bambini ai fini di chiedere l’elemosina esiste dal 2005 e prevede sino a 5 anni di carcere. Ma la normativa vigente non è applicata a causa della notevole influenza che i marabutti esercitano sulla comunità islamica.Non in tutte le daara i diritti di questi bambini sono rispettati e la figura carismatica del marabutto assume spesso i connotati di uno schiavista senza scrupoli, che sfrutta i talibés per tornaconto personale. Sempre più bambini sono i costretti con la forza a mendicare per le strade del Senegal e della sua capitale Dakar, e non di rado picchiati se ritornano a mani vuote. Come riporta anche Africanews, il governo senegalese nel 2014 ha stimato che nella sola Dakar fossero 30mila i talibés forzati a chiedere l’elemosina, molti di loro vittime della tratta e provenienti da paesi vicini come il Gambia e la Guinea Bissau. Il fenomeno dei talibés è una vera e propria piaga sociale, una moderna forma di schiavitù. Il marabutto è maestro, leader religioso, santone, stregone e in alcuni casi addirittura un mistico capace di costruire amuleti magici, particolarità in netto contrasto con l’islam ortodosso.Questo aspetto poliedrico è dovuto principalmente all’intrecciarsi della religione islamica con una tradizione ancestrale animista preislamica, che ha dato vita a un profondo sincretismo che consente la convivenza di religioni molto diverse.Dal suo insediamento il presidente Macky Sall ha più volte promesso ingenti investimenti per lo sviluppo e il Programme National de Bourses de Sécurité Familial. La sfida più grande per il democratico ed aperto Senegal è quella di screditare agli occhi della gente quei marabutti il cui intento è solo sfruttare i bambini per scopi personali. Secoli di tradizione e l’estrema povertà delle zone rurali, spingono le popolazioni più misere infatti a credere con fermezza in leader religiosi e santoni.(Fondazione Nigrizia Onlus)
Francesca Buonfiglioli. Migranti: la tragedia delle prostitute minorenni. Dai 20mila ai 50mila euro é il debito che ogni ragazzina che arriva da noi deve pagare ai trafficanti lavorando come prostituta per tornare libera senza che venga fatto del male alla famiglia che, in genere,l’ha venduta.I genitori sono collusi e ricattati, le bambine non partono sole ma sono accompagnate da parenti o conoscenti che poi le smistano alle “madame” in Italia o in Europa. hanno dai 14 ai 17 anni. E’ difficile riconoscere i loro accompagnatori perchè si spacciano per parenti e non hanno documenti. Sono i volontari che individuano le situazioni a rischio e quando separano le bambine dai presunti trafficanti, queste cominciano a raccontare : sono tutte storie di stupri e violenze, sono minacciate dai riti voodoo (quelli per cui si paga il corpo di un bambino albino fino a 75.000 dollari e così il cerchio si chiude). Fuggono dai centri di accoglienza. Hanno un numero di cellulare, una volta a terra, chiamano il contatto e raggiungono i carcerieri. Nella casa per Minori gestita a Reggio Calabria, dall’agosto del 2015 sono arrivate tredici adolescenti nigeriane, Ne sono rimaste tre, una é fuggita calandosi dalla finestra per essere poi ritrovata dalla polizia che si prostituiva sulla strada Per rendersi conto della situazione basta un giro sul lungomare reggino. Alcune arrivano dopo essere fuggite dai centri siciliani. “Sono piccole, evidentemente minorenni,attacca Fortugno della comunità Giovanni XXIII,se stanno sulla strada è perché c’è chi le cerca il mercato é fiorente. Si suppone che il traffico sia gestito da africani, una “mafia parallela” che ha la benedizione della criminalità organizzata: per fortuna ci sono volontari, operatori e medici generosi e coraggiosi che lavorano senza sosta.” Bisogna creare canali umanitari, desk presso le Ambasciate e intervenire nei Paesi d’origine, insiste Fortugno. Al momento UE ed ONU restano inchiodati ad una semplice domanda: “chi ha interesse nell’alimentare questo traffico di uomini e bambini?”L’articolo riporta alcune foto, ma si tratta di immagini che tutti noi abbiamo visto lungo le nostre strade provinciali, inutile riproporle.
Michela De Minico. Egitto: rinvenuti cadaveri di bambini privati di organi interni.
Lo scorso 15 Aprile Africanglobe.net – portale di notizie fondato da un’organizzazione che mira alla divulgazione di news inerenti il terzo continente più grande per estensione – ha riferito del ritrovamento, su un tratto della costa orientale di Alessandria d’Egitto, dei cadaveri mutilati di nove cittadini somali.Il video mostra, tra gli altri, i corpi di una madre e dei suoi tre figli – privati di tutti gli organi interni e suturati “alla meno peggio” -, poi identificati in Adar Hassan Addawe (la giovane madre), Abubakr Abdikarim, il figlio di soli 3 mesi, la figlioletta Anfa’ Abdikarim di 18 mesi.Della quarta vittima, un bimbo dell’apparente età di sei anni, non si conosce il nome.Si ritiene che le vittime fossero migranti ceduti al mercato nero di organi dai trafficanti di uomini cui non hanno potuto pagare il “dazio”, che avrebbe consentito loro di raggiungere le coste europee.Il traffico clandestino di organi, dice il Comitato Nazionale per la Bioetica, è “un illecito non sempre ben definito nelle legislazioni statali, confuso con altre fattispecie criminose, ricomprendendo in questa espressione non solo la compravendita di organi e il c.d. ‘turismo dei trapianti’ (pazienti provenienti da Paesi ricchi che si recano all’estero per l’acquisto di organi dalle persone indigenti), ma anche l’attività di organizzazioni di intermediazione mirate alla vendita clandestina e la tratta di persone – come nel nostro caso – a scopo di rimozione di organi”.Padre Claudio Avallone nel suo intervento al III Forum su “Shadow children:nuove ed antiche schiavitù” ci ha parlato di una sua diretta analoga esperienza in una missione dei Serviti in Mozambico. Per l’intervento di Padre Claudio si rimanda alla trasmissione del TG2 Storie visibile sul sito del RC Roma Cassia, o direttamente dal link riportato in calce sul sito su “Il Progetto rotariano”.Questo ci fa pensare che la notizia possa essere autentica. In ogni caso non si riproduce la foto perché troppo cruda e spietata.
Walk free Foundation: Global Slavery Index 2016, www.globalslaveryindex.org/
What is child slavery today
Despite the fact that many people believe that slavery no longer exists, an estimated five million children are in slavery worldwide,Child slavery is often confused with child labour, but is much worse. Whilst child labour is harmful for children and hinders their education and development, child slavery occurs when a child’s labour is exploited for someone else’s gain.
Child slavery includes:Children used by others for profit, often through violence, abuse and threats, in prostitution or pornography, forced begging, petty crime and the drug trade.Forced child labour in agriculture, factories, construction, brick kilns, mines, bars, the tourist industry or domestic work.Children forced to take part in armed conflicts.Children forced to marry
Child trafficking. Trafficking involves transporting, recruiting or harbouring people for the purpose of exploitation, using violence, threats or coercion. When children are trafficked, no violence, deception or coercion needs to be involved, trafficking is merely the act of transporting or harbouring them for exploitative work. When away from their families, they are at the mercy of their employersChild marriage. Many marriages involving children will not amount to slavery, particularly between couples aged 16 to 18 years. But when a child didn’t give their consent to a marriage, is exploited within it or is not able to leave, that child is in slavery.Children in armed conflicts. Children forced to take part in armed conflicts don’t only include child soldiers but also porters or girls taken as “wives” for soldiers and militia members. Children involved in conflict are severely affected by their experiences and can suffer from long-term trauma.
Facts about child slavery;Worldwide 10 million children are in slavery, trafficking, debt bondage and other forms of forced labour, forced recruitment for armed conflict, prostitution, pornography and other illicit activities (ILO).151.6 million are estimated to be in child labour (ILO.)114 million child labourers are below the age of 14 (ILO).72 million children are in hazardous work that directly endangers their health, safety and moral development (ILO).More than 700 million women alive today were married before their 18th birthday. More than one in three (about 250 million) entered into union before age 15 (UNICEF).300,000 children are estimated to serve as child soldiers, some even younger than 10 years old (UNICEF).15.5 million children are in domestic work worldwide – the overwhelming majority of them are girls (ILO)
- Child Slavery is often related to: Debt bondage,Descent-based slavery (born in families already slaves),Slavery in supply chains
Lorenzo Attianese, PEDOFILIA, LE MANI DELLA’NDRANGEHTA. Magazine ANSA.it consultabile su http://www.ansa.it.Magazine#03.Una vasta e documentatissima inchiesta del nostro relatore al III Forum sugli Shadow Children del 19 marzo alla LUMSA
Lorenzo Attianese, AFRICA TAKE AWAY, http://www.ansa.it, 10 ott.2014, Una approfondita inchiesta sugli espianti clandestini di organi in Africa; riferimenti anche al fenomeno delle cliniche disponibili ed allo stoccaggio di organi.
Large research studies find one-fifth of surveyed homeless youth in the United States and Canada are victims of human trafficking (N.Y.Covenant House,Apr.17.2020) Researchers announced findings today from the largest-ever combined sample of homeless youth in the United States and Canada, revealing that nearly one-fifth are victims of human trafficking, including those trafficked for sex, labor, or both. The dual studies by researchers at The Field Center for Children’s Policy, Practice & Research at the University of Pennsylvania and Loyola University (New Orleans) Modern Slavery Research Project, drew on interviews with 911 homeless youth across 13 cities, including 12 cities where homeless young people accessed services through Covenant House, between February 2014 and March 2017. Covenant House operates the largest network of residences and community service centers for homeless youth across the Americas, reaching more than 46,000 youth every year in 30 cities across six countries.. The researchers found that 19.4% of the interviewed youth were victims of human trafficking, with 15% having been trafficked for sex, 7.4% trafficked for labor, and 3% trafficked for both. “Too many youth are desperate and alone on the streets. Homelessness makes them vulnerable to traffickers,” said Covenant House President Kevin Ryan. “We don’t have to live in a world where desperate kids are bought and sold. If we want to reduce the number of youth who are trafficked, we have to end youth homelessness. We can, we must, and we should.” The studies encompassed interviews with young people aged 17 to 25. Among the reports’ key findings, 68% of the youth who had engaged in the commercial sex trade had done so while homeless….
FILMS
Luis Buñuel, LOS OLVIDADOS, 1950
Derek Jarman, IN THE SHADOW OF THE SUN, 1981.Con il patrocino della TAS(Tanzania Albino Society)
Walter Salles, CENTRAL DO BRASIL, 1998.
Victor Gaviria, LA VENDEDORA DE ROSAS, 1998
Joel Shumaker, 18MM: DELITTO A LUCI ROSSE,998, un giallo ambientato nel mondo degli snuff videos ( video hard per pedofili sadici che si concludono con la morte in diretta del piccolo protagonista )
M.Charef, E.Kusturica, S.Lee, K.Lund, R.Scott, S.Veneruso, J.Woo, ALL INVISIBLE CHILDREN, 2008.
L.Sang Woo, BARBIE,2011
Khadja Al-Salami, LA SPOSA BAMBINA, Yemen 2014, uscito in Italia nel maggio 2016
Cary Fukunaga, BEASTS OF NO NATION, USA 2015, sui bambini soldato. presentato alla Mostra del Cinema di Venezia
Ilaria Borelli, TALKING TO THE TREES, Francia 2016, di prossima uscita in un circuito limitato. In Francia da giugno in tutte sale.
Garth Davis, LION, Australia, GB,USA, 2016
Sebastiano Riso, Una Famiglia, Italia 2017
DOCUMENTARI
SEA SORROW, Regia di Vanessa Redgrave, presentato al FESTIVAL DI CANNES 2017.
Gianfranco Mingozzi, IL PUTTO, 1963
François Debré, LES TROTTOIRS DE MANILE, 1981,per la TV francese.
ARTICOLO VG sui bambini di strada, 2009.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.