Olio di palma, Amnesty denuncia: dietro i marchi più noti diritti umani calpestati e bambini sfruttati (da La Repubblica, 1/12/2016)
LA NOTIZIA non é solo che i ratti abbiano invaso i milioni di ettari di piantagioni di palma da olio nel Sud del mondo, perché ghiotti dei datteri rossastri da cui si estrae il grasso vegetale. E neppure la conseguente invasione di cobra e altri serpenti velenosi, a loro volta ghiotti dei ratti, che stanno mettendo a rischio la vita dei raccoglitori. La notizia è la pubblicazione del rapporto di Amnesty International Il grande scandalo dell’olio di palma: violazioni dei diritti umani dietro i marchi più noti, in cui si denuncia il lavoro forzato e lo sfruttamento dei minori e soprattutto l’indifferenza delle multinazionali che usano l’olio di palma per i loro prodotti, siano essi cosmetici o merendine. Il rapporto è il risultato di un’indagine sulle piantagioni dell’Indonesia appartenenti al più grande coltivatore mondiale di palme da olio, il gigante dell’agro-business Wilmar, che ha sede a Singapore e che è il fornitore di nove aziende mondiali: AFAMSA, ADM, Colgate-Palmolive, Elevance, Kellogg’s, Nestlé, Procter & Gamble, Reckitt Benckiser e Unilever.
Amnesty ha intervistato 120 persone che lavorano nelle piantagioni Wilmar a Sumatra e nel Kalimantan ( Borneo indonesiano), due regioni dell’arcipelago dove, dopo le feroci deforestazioni di giungla compiute degli ultimi decenni, oggi si produce una grande quantità di olio di palma. In quelle piantagioni l’ong ha potuto costatare che vi lavorano bambini dagli 8 ai 14 anni, i quali trasportano sacchi pesanti anche 25 chili oltre ad essere sottoposti a lavori logoranti, inoltre nessuno di questi minori è protetto contro i pesticidi tossici. Gli inquirenti di Amnesty hanno anche trovato lavoratori gravemente intossicati dal “paraquat”, un agente chimico altamente venefico ancora usato nelle piantagioni nonostante sia stato messo al bando nell’Unione europea e anche dalla stessa Wilmar(!), e altri privi di strumenti protettivi della loro salute, nonostante i rischi di danni respiratori a causa dell’elevato livello di inquinamento provocato dagli incendi delle foreste tra agosto e ottobre 2015.
Ma ad aggravare il tutto sono le grandi multinazionali, quali appunto Colgate, Nestlé o Unilever, che continuano a rifornirsi di olio di palma estratto in queste condizioni dicendo ai consumatori che tutti i loro prodotti provengono da piantagioni sostenibili.L’olio di palma,. oltre che nei prodotti dolciari, é presente anche nei cosmetici e detersivi.