Il futuro dei minori stranieri non accompagnati in Italia tra studi, lavoro e fuga(Il Sole-24Ore.2023)


La responsabile del centro milanese di via Zendrini , Lucchesi,  racconta che i ragazzi restano in comunità solitamente fino ai 18 anni, ad eccezione di chi non desidera rimanere in Italia ma vuole proseguire fino al Nord Europa, dove hanno già i famigliari. Sono per lo più somali, iraniani, afghani, ma anche originari di Gambia, Mali, Costa d’avorio, Congo. Per chi decide di rimanere a Milano, vi è la possibilità di restare in comunità fino a 21 anni:  ad esempio ragazzi che vogliono continuare gli studi o nei casi di forte vulnerabilità. Per tutti vi è un accompagnamento al lavoro e il primo step, quando arrivano nei centri, è l’apprendimento della lingua italiana. “Negli ultimi anni per questi ragazzi vi è stato un aumento delle problematiche di disagio mentale, con un incremento delle segnalazioni alla neuropsichiatria infantile e una crescita di denunce e reati penali. Inoltre, molti fanno uso di sostanze stupefacenti”, sottolinea Lucchesi. Anche per questo a Milano c’è una collaborazione continua tra comune, tribunale e procura per i minorenni, prefettura e forze dell’ordine.