Le indagini, durate oltre sei mesi e condotte anche sotto copertura, hanno permesso di individuare numerosi pedofili dediti alla divulgazione e alla pubblicizzazione di materiale realizzato mediante lo sfruttamento di minori online. I provvedimenti sono stati emessi dagli gli uffici di polizia postale di Roma, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Palermo, Catania, Bari, Venezia e Trieste.L’attenzione degli investigatori si è concentrata sull’attività di un utente che, pur interessato al procacciamento di materiale pedopornografico, pubblicava su gruppi ristretti informazioni e tracce informatiche, finendo per assumere un ruolo quasi da “giustiziere”. Tuttavia, le sue azioni hanno permesso agli inquirenti di risalire a una vasta rete di individui coinvolti in questo orrendo crimine.