AUMENTO DEL 140,8% dei casi di maltrattamento di bambini ed adolescenti in Italia, Terre des Hommes e CISMAI, ott. 2022)


Questi i dati della seconda Indagine Nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia realizzata da Terre des Hommes e sui 117 comuni per i quali è stata possibile una comparazione .EMERGE UNA preoccupante situazione rilevata da Terre des Hommes e CISMAI – Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia per l’Autorità Garante dell’Infanzia e Adolescenza.

Si riporta il SOMMARIO    di questa corposa indagine a cui si rimandano i lettori del sito.

Premessa 1 Glossario 5 Capitolo 1 L’importanza di conoscere le dimensioni del maltrattamento in Italia 6 1.1 La promozione di un sistema permanente di monitoraggio della violenza sui bambini: il progetto dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza 6 1.2 Il ruolo del CISMAI e di Terre des Hommes nel promuovere un sistema di monitoraggio in Italia 8 1.3 Il monitoraggio quale strumento fondamentale per il contrasto del maltrattamento 9 1.4 Monitoraggio del maltrattamento: la situazione italiana 12 1.5 Analisi comparativa sulla rilevanza del maltrattamento a livello internazionale 14 Capitolo 2 Metodologia dell’indagine e significatività dei dati 16 2.1 Il Piano Campionario 17 Capitolo 3 I risultati dell’indagine 19 3.1 I minorenni presi in carico dai Servizi Sociali in Italia 19 3.2 I minorenni presi in carico dai Servizi Sociali per maltrattamento 21 3.3 Le tipologie di maltrattamento 24 3.4 Gli interventi attivati dai Comuni per i minorenni maltrattati 27 Capitolo 4 Il caso di Roma 28 4.1 I minorenni maltrattati sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria 28 Capitolo 5 Conclusioni 32 Capitolo 6 Raccomandazioni 34 Appendice Nota metodologica 36 A Il Piano Campionario 36 B I Comuni rispondenti 38 C L’indagine e le fasi di rilevazione 40 D La struttura della scheda di rilevazione dati: obiettivi specifici e domande 42 E Le tabelle 44 Indice dei grafici e delle tabelle 48 Bibliografia

Per non dimenticareIl lato oscuro del cioccolato: lo sfruttamento del lavoro minorile (Moondomangiare.it)


Un bambino schiavo liberato ha detto“godete di qualcosa che è stato fatto con la mia sofferenza. Ho lavorato sodo per loro, senza alcun beneficio. State mangiando la mia carne”.Questo abuso di lavoro minorile riguarda il 70% della produzione mondiale di cacao. In base a un rapporto investigativo della BBC, centinaia di migliaia di bambini vengono comprati o rapiti e poi portati in Costa d’Avorio, il più grande produttore mondiale di cacao, dove vengono schiavizzati nelle piantagioni. Nella maggior parte delle volte, i bambini schiavizzati non vengono pagati, sono malnutriti e difficilmente rivedranno le loro famiglie. Nel 2001, la Food and Drug Administration voleva far approvare una legislazione per l’applicazione del marchio “slave free” (senza lavoro schiavo) sulle confezioni. Peccato che l’industria del cioccolato, inclusi Nestlé, Hershey e Mars, grazie al denaro, abbia bloccato il procedimento, promettendo di porre fine al lavoro schiavo infantile nelle sue imprese entro il 2005. L’ultimo rinvio indicava il 2020, ma a tutt’oggi nulla è cambiato. Intanto mentre noi ci gustiamo la nostra porzione quotidiana di cioccolato, in Africa stanno scomparendo migliaia di ettari di foresta per lasciar spazio all’industria del cioccolato…e tanti bambini ,  muoiono per denutrizione, per fatica eccessiva e maltrattamenti  ma anche  animali come giraffe, elefanti  e leoni privati del loro habitat naturale.

Ucraina.Almeno mille i bambini  morti sotto le bombe(Save the Children, 22 agosto 2022)


Almeno il 16% dei bambini uccisi in Ucraina da quando è iniziata l’escalation del conflitto sei mesi fa aveva meno di cinque anni, sottolinea oggi Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre cento anni lotta per salvare i minori in pericolo e garantire loro un futuro. Tra il 24 febbraio e il 10 agosto, almeno 942 bambini sono stati uccisi o feriti in Ucraina – una media di cinque bambini al giorno – con 356 bambini che hanno perso la vita e 586 feriti (fonte Ohchr, Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani). Secondo l’Onu, il numero totale delle vittime è probabilmente molto più alto di quello attualmente accertato e non si conosce l’età esatta di tutti i bambini coinvolti. La maggior parte delle vittime infantili accertate è legata all’uso di armi esplosive in aree urbane popolate e scuole.

In fuga senza la famiglia: perché? (UNHCR)


Perché bambini e ragazzi partono verso l’Europa? I motivi che spingono i minori a lasciare la loro casa sono tanti. Molti fuggono da conflitti armati, discriminazioni, persecuzioni, proprio come gli adulti. In alcuni casi le famiglie incoraggiano i figli a partire alla ricerca di un futuro migliore, in altri casi bambini e ragazzi cercano di raggiungere dei parenti che già si trovano in Europa. Ma ci sono anche vittime della tratta di esseri umani, in viaggio contro la loro volontà.Anche i minori che attraversano le frontiere fra i Paesi dell’Unione Europea sono mossi da motivazioni differenti. Secondo quanto emerso dall’attività di ascolto, nella maggior parte dei casi i ragazzi vogliono raggiungere familiari e conoscenti, sperano di trovare maggiori possibilità di integrazione in un altro Paese europeo. Qualunque sia la motivazione che li spinge, i minori stranieri non accompagnati in transito vivono una situazione particolarmente difficile, vista la loro vulnerabilità ed il rischio di tratta. Spesso infatti i ragazzi si nascondono dalle autorità che invece potrebbero a proteggerli, perché non conoscono i propri diritti e le possibilità di ottenere aiuto. La rapida presa in carico e la piena protezione dei minori devono essere  l’obiettivo principale purtroppo non facilmente raggiungibile perché sono tanti i piccoli a cadere in situazione di drave rischio.  Per mettere a disposizione uno strumento operativo a supporto dei servizi nelle zone di transito,l’UNHCR da alcuni anni ha elaborato   insieme a Save the Children, INTERSOS, WeWorld e UNICEF, il documento “Il sistema normativo a tutela dei minori stranieri non accompagnati”, che contiene il quadro aggiornato delle norme a difesa di bambini e ragazzi stranieri soli. Il testo è un supporto utile per la presa in carico del minore non accompagnato e fornisce anche un’occasione di confronto sulle attività da svolgere quando il minore viene rintracciato.

Migranti, tre bambini e tre donne morti di sete su un barcone e gettati in mare (La Repubblica, 12/09/22)


Le vittime sono due piccoli di 1 e 2 anni, un dodicenne e tre donne, tra cui la mamma di due bambini ora rimasti da soli.  Erano partiti dalla Turchia. Ancora bambini morti di sete su un barcone diretto verso l’Italia dove sei persone hanno perso la vita disidratate per la lunga permanenza in mare. Tra le vittime due piccoli di 1 e 2 anni, un 12enne e tre donne tra cui la madre di altri due bambini rimasti da soli. E all’orrore si aggiunge orrore. I loro corpi, ormai in stato di putrefazione, sono stati gettati in mare. Un mercantile di passaggio aveva tentato si lanciar loro delle bottiglie di acqua minerale, ma sono finite in mare e, stremati come erano, non sono riusciti a prenderle. E c’è allarme per un altro barcone con 250 persone a bordo, partito dal Libano una settimana fa e alla deriva in zona Sar maltese, su cui sarebbe morta una neonata di tre mesi. A darne notizia Alarm Phone in contatto con il padre della piccola.

Dai naufragi ai colori della speranza: i bambini disegnano grandi cuori sul molo Favarolo (5/08/022)


lo sbarco

Migranti alla deriva su un barcone per 17 giorni: muore una bimba di cinque anni (Today,Mondo.15/8/022)


LA ROTTA VERSO LE CANARIE / SPAGNA. Non solo L’Italia!

Una bambina di cinque anni è morta dopo essere stata soccorsa da un barcone alla deriva verso le Isole Canarie. La piccola era stata prelevata da un elicottero dell’aeronautica militare spagnola insieme a due persone, un uomo e una donna, che si trovavano con lei sull’imbarcazione: secondo fonti di polizia il barcone era alla deriva da almeno 17 giorni. Inutili i tentativi di rianimare la bambina. 

Beirut 2 anni dopo: le ferite del 2020 sono ancora aperte   (Oxfam, 4 agosto 2022)


2 anni fa Beirut fu colpita da una delle più grandi esplosioni non atomiche della storia.

Nour Shawaf, Coordinatrice Programmi Umanitari di Oxfam in Libano, ha scritto ; Quel 4 agosto ho sentito all’improvviso il pavimento tremare e in pochissimi secondi sonoi stata sbalzata contro la porta dell’appartamento. Uno shock pazzesco. Liam, mio figlio di 3 mesi, ed io ormai eravamo abituati alla nostra routine quotidiana. Alle sei era di nuovo il momento dell’allattamento. […] Non ricordo l’esplosione. Non ho alcun ricordo di quel momento. Non voglio ricordare. Tutto quello che ricordo è il piccolo che si è attaccato al mio seno, mi ha guardato negli occhi e ha osservato ogni mio movimento da quel momento in poi”.Nour non ricorda, ma non dimentica. È grata di non aver perso una persona cara o di non aver subito gravi ferite. Altri hanno vissuto molto peggio… , ci pensate a quante vite distrutte, ai morti, ai feriti, ai dispersi e agli sfollati?Non si hanno dati ufficiali sull’avanzamento dei lavori di ricostruzione, ma è chiaro che occorre fare molto di più.

Cibo, case e scuole sono ancora fuori dalla portata di troppe persone. Dopo due anni la città stenta ancora a risollevarsi, schiacciata oggi dall’aumento indiscriminato dei prezzi del cibo e dalla crisi economica.La prima nave partita dall’Ukraina e diretta in Libano,carica di cereali, ieri è stata fermata dalla Turchia per cavilli burocratici! Cuore duro, prepotenza, desiderio di affermare comunque il proprio potere….e intanto tante vittime innocenti, tanti tanti bambini muoiono per fame e sono moltissimi tra loro gli invalidi e mutilati. Le loro prospettive per il futuro sono, comunque, quanto mai scarse!

Afghanistan, sempre più diffusa la compravendita di organi ( Euronews, gennaio 2022)


Le notizie su espianti clandestini di organi, soprattutto da bambini, circolavano già nel 2001, quando la stampa occidentale accusava i taleban di finanziarsi anche con un traffico clandestino attraverso il Pakistan. Vent’anni dopo il fenomeno si è radicato, e perfino nei piccoli villaggi ci sono persone che hanno venduto un rene. Oltre ad attrarre i poveri, la compravendita d’organi in Afghanistan è anche dietro centinaia di casi di sequestro e omicidio di bambini e adolescenti, i cui corpi spesso vengono ritrovati privi di cornee, reni e a volte anche del cuore. Secondo fonti locali, un rene vale circa 3500 dollari. tracce di questo mercato criminale emergono in diversi ambiti. Quasi sempre i destinatari degli organi sono ricchi e a volte cittadini occidentali, che riescono a beneficiare di prezzi stracciati. Sugli espianti clandestini, in ogni caso effettuati da medici compiacenti, non pesano i costi sanitari, né i vincoli giuridici..Del resto, carestia povertà e fame dominano in Afghanistan dove, secondo la FAO quasi 23 milioni di persone non riescono a nutrirsi. In questo contesto la vendita di bambini e bambine diventa un mezzo per  sopravvivere. Anche se, per quanto riguarda gli espianti, di solito i piccoli vengono rapiti. Spesso i loro corpi privi di cuore, occhi e reni, sono messi in un sacco e gettati di notte alla porte delle loro case. Ma ormai tutto questo non fa più notizia, Altri orrori e orribili guerre si sono aggiunti in questi mesi, sempre per sete di potere e denaro. La vita è un contratto a termine, possibile che tanti pensino di essere eterni e che non dovranno mai rispondere delle loro azioni ? (NdR)

Bambini invisibili: lo sfruttamento dell’infanzia in Cambogia(Missioni Don Bosco, 2/2017)


I dati di questa indagine dei salesiani della Missioni Don Bosco, pur risalendo a qualche anno fa, non sono migliorati. Ma perché la situazione dell’infanzia in Cambogia non permette molte speranze? Sono molti i bambini invisibili in Cambogia: come dimostra il basso tasso di registrazione all’anagrafe civile e ciò li rende facilmente soggetti al traffico e allo sfruttamento sessuale o come forza lavoro nella produzione agricola, nei mercati o in ambito domestico. Nella società  donne e  bambini vivono in una condizione di forte subalternità.  Per questa ragione le violenze sessuali di cui sono vittime  non suscitano forte indignazione perché viste come una semplice manifestazione di potere. Secondo un report di ADHOC (associazione cambogiana per i diritti umani e lo sviluppo) nei primi sei mesi del 2015, ci sono stati 74 stupri di bambini: 5 avevano meno di 5 anni e 32 meno di 10. A questi si devono aggiungere altri 31 casi di stupri di donne, la metà delle quali con disabilità.  Gli autori di questi crimini sono spesso giovani: secondo un rapporto dell’ONU, un quarto dei maschi cambogiani ha usato violenza almeno una volta e sui 2000 intervistati 300 hanno commesso il loro primo stupro prima dei 15 anni. Il preoccupante numero di stupri è da legarsi alla vulnerabilità dei bambini poveri soprattutto nelle aree rurali del paese, e all’eccessivo consumo di droga e alcol della popolazione maschile adulta, alla corruzione delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario, alla mancanza di esperienza nelle indagini e più in generale alla cultura dell’impunità (secondo un rapporto delle ONG cambogiane, solo un caso di violenza sessuale contro un minore su cento denunciati nel 2011 è terminato in un processo). Quello che ancora deve trovare spazio nella società così come nell’opinione pubblica cambogiane è una maggiore consapevolezza dell’identità dei bambini quali persone titolari di propri diritti e degni di essere rispettati come esseri umani.