Walk free Foundation pubblica il “Global Slavery Index 2016”


La Walk Free Foundation, organizzazione creata dal magnate australiano Andrew Forrest e dalla moglie Nicole per combattere la schiavitù dei nostri giorni, ha pubblicato il Rapporto annuale 2016 da cui risulta che rispetto alle  stime del 2014, c’è stato un incremento del 28%.

Il Report completo é scaricabile da Internet dal sito della Walk Free Foundation. Un rapporto meticoloso ed estremamente documentato anche per quanto riguarda le tecniche di raccolte dati.  Ai primissimi posti troviamo Cambogia, India, Pakistan, Bangladesh, Uzbekistan, Corea del Nord, Russia ed Indonesia.  Il rapporto segnala che alcuni paesi come Filippine, Brasile, Giamaica e Albania stanno compiendo molti sforzi per combattere questa piaga nonostante abbiano modeste risorse. Il Regno Unito con il Modern Slavery Act del 2015 impone alle aziende riferimenti precisi sugli sforzi intrapresi per limitare i lavori forzati, anche gli USA richiedono da sempre (con Il Tariff Act del 1930) documentazione atta a bloccare le importazioni che coinvolgano i lavori forzati. Ovviamente molti protagonisti sono bambini. Per esempio per  quanto riguarda l’Africa, quella subsahariana  registra la più alta percentuale di traffico di bambini. In Togo sono gli stessi genitori che, per miseria, affidano  i bambini ai trafficanti, spesso parenti o amici delle vittime. I ragazzi vengono trasferiti ai luoghi di sfruttamento: per le bambine ci sono abusi sessuali e lavori forzarti, mentre per i bambini soprattutto lavori forzati in aziende agricole,. Anche quella dei bambini soldato é una piaga per quasi tutta l’Africa Subsahariana  con un arruolamento di decine di migliaia di bambini. Per il  Nord Africa ed il Medio Oriente, la Walk Free Foundation stima che le vittime siano almeno 3 milioni. Le prime posizioni sono occupate dai Paesi del Medio Oriente mentre. ove si considerino gli Stati nordafricani, ai primi posti troviamo Libia, Tunisia, Marocco ed Algeria.