Migranti:pentito:chi non paga usato per traffico organi Procura Palermo assesta colpo a rete trafficanti, 38 fermi


PALERMO, 4 LUG – Non piu’ barconi stipati di uomini,ma regolari permessi. E’ l’ultimo business del network criminale che gestisce la tratta dei migranti nel Canale di Sicilia a cuila Procura di Palermo da’ la caccia da anni.    A svelare agli investigatori l’altra faccia della tratta e’Nuredin Atta Wehabrebi, il primo pentito della rete di trafficanti su cui indagano i pm palermitani. E’ stato lui a confermare ai magistrati i nomi dei capi. Lui a raccontare i viaggi, le torture subite da chi parte e la sorte di chi non ha il denaro: venduti a una banda di egiziani e usati per il traffico di organi (una conferma della notizia data sul nostro sito pochi giorni fa)Grazie alle intercettazioni e ad anni di lavoro, sono finiti in carcere alcuni organizzatori del traffico e i componenti della banda che si occupano della gestione dei migranti giunti in Italia e dei loro trasferimenti nel nord Europa.    Trentotto i fermi emessi dai pm. Ventitre’ sono stati eseguiti in diverse regioni di Italia. Gli inquirenti grazie alle dichiarazioni di Atta hanno scoperto due centri, uno a Roma l’altro a Palermo dove congluidsva il traffico di denaro. Ma esiste anche un traffico “d’elite”. Chi era disposto a pagare somme elevate, fino a 15mila euro, racconta il pentito,poteva arrivare regolarmente in Italia grazie ai falsi ricongiungimenti familiari.. Atta soltanto racconta di aver fatto arrivare in cambio di soldi centinaia di migranti e parla di uno stipendio mensile di 4mila euro.  Nel centro scoperto nella Capitale, una profumeria gestita da un migrante, sono stati sequestrati 500mila euro in contanti e migliaia di dollari, oltre a una sorta di libro mastro connumeri di telefono e nomi, una contabilita’dell’organizzazione criminale.  I pagamenti avvenivano tramite carte postepay, attraverso il circuito Moneygram o con l’Hawala, antico sistema di pagamento basato su intermediari. Per gli investigatori Atta e’ pienamente attendibile. (ANSA, Lara Sirignano).