L’identità sessuale degli adolescenti nelle mani dell’Agenzia del farmaco (Il Foglio, 8/3/2018)


Carenza di studi clinici, i dubbi sullo sviluppo cerebrale, il riprisitino della fertilità, la questione (legale) del consenso del minore. Il via libera alla molecola Trp che blocca lo sviluppo puberale pone diverse domande. Tutte ancora senza risposta(Da Alfredo Mantovano)  Può il dirigente di un’autorità amministrativa con un proprio atto affrontare delicatissime questioni che interessano diritti personali e familiari e la protezione dei minori, saltando a piè pari Parlamento e governo? L’Agenzia del farmaco– ha la copertura di un parere positivo del Cnb-Comitato nazionale di bioetica.. La Trp potrà essere somministrata, sotto stretto controllo medico, ad adolescenti ritenuti affetti da Dg-disforia di genere, al fine di procurare loro un blocco temporaneo, fino a un massimo di qualche anno, dello sviluppo puberale. Di particolare peso le seguenti osservazioni: a) il cosiddetto farmaco viene immesso nell’elenco del SSN in carenza di studi clinici e di follow-up a lungo termine; b) la mancata considerazione del ruolo che gli ormoni sessuali hanno nello sviluppo cerebrale durante la pubertà: il blocco della pubertà, e quindi anche degli ormoni sessuali, potrebbe compromettere  quelle parti del cervello che contribuiscono alla strutturazione dell’identità sessuale insieme con i fattori ambientali ed educativi. c) è perciò alto il rischio che la Trp bloccando la pubertà  dai 12 ai 16 anni d’età –, possa  indurre farmacologicamente un disallineamento fra lo sviluppo fisico e quello cognitivo del minore;d) non esistono evidenze sul pieno ripristino della fertilità nel caso di desistenza dal trattamento e di permanenza nel sesso di appartenenza.