Ricorso sulla proposta di archiviazione della denuncia penale alla RWM Italia e all’Autorità nazionale di controllo dell’export di armamenti (Repubblica.it,8/10/19)


Bombe sui civili, attacchi a ospedali, massacri indiscriminati: la guerra nello Yemen è un esempio  di crimini e abusi. E non è sufficiente indicare le parti in conflitto come responsabili. Questo può bastare a scagionare chi vende le armi?  La Rete Disarmo, assieme ad altre due organizzazioni, ha annunciato un ricorso sulla richiesta di archiviazione della denuncia penale, dell’aprile 2018 per un bombardamento, nello Yemen nord-occidentale, l’8 ottobre del 2016, in cui un’intera famiglia – padre, madre incinta e quattro figli – è stata sterminata.La denuncia, della  Rete Disarmo presentata assieme al Centro europeo per i diritti costituzionali e umani (ECCHR) e all’organizzazione yemenita Mwatana per i diritti umani, indica che nel luogo dell’attacco sono stati ritrovati resti di bombe tra cui un gancio di sospensione prodotto dalla RWM Italia S.p.A., azienda controllata dal produttore tedesco di armi Rheinmetall AG. Secondo le tre organizzazioni, è necessaria “un’adeguata indagine sul ruolo dell’Italia negli attacchi della coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.