(stralcio di un articolo di Chiara Saraceno) Nella maggior parte del Paese e dei gruppi sociali vigeva la legge islamica, le adultere venivano ancora arrestate, fustigate e lapidate, i matrimoni forzati delle bambine continuavano a essere la norma. Quasi quattro milioni di bambine e bambini non andavano a scuola e le violenze contro i minori erano diffuse, così come i reclutamenti forzati per farne dei soldati. Secondo Unicef, l’Afghanistan è uno dei posti peggiori sulla terra dove essere un bambino o una bambina. Come segnala anche Save the Children,l’accelerazione del conflitto armato ha aumentato le presenze nei campi dove si raccolgono, privi di tutto, anche di acqua..Unicef stima che dei 18 milioni (la metà circa della popolazione afghana) che ha bisogno di assistenza umanitaria, 10 milioni siano minorenni. È improbabile che queste mamme, bambine e bambini, possano pensare di raggiungere un aeroporto ed essere considerati meritevoli di protezione internazionale. E’ doveroso che vengano aperti corridoi umanitari per le donne e i bambini che devono fuggire dal Paese. Ma occorre pensare anche a chi invece rimane, soprattutto ai più piccoli, facile preda, se riescono a sopravvivere, di ogni potere violento. Per questo Unicef e Save the Children chiedono di poter continuare a svolgere il loro lavoro in quel Paese, in condizioni di sicurezza.