2 storie di bambini profughi (Comunità Papa Giovanni XXIII, ag. 2021)


Ola, nome di fantasia, ha 11 anni. C’era anche lui fra i bambini profughi, un sabato di giugno dalla nave Sea Watch 3 che aveva attraccato a Reggio Calabria. Era con altri 27 bimbi che hanno compiuto il viaggio della speranza da soli, senza i genitori. Ma quella di Ola è stata un’odissea. Partito da solo dalla Nigeria, dopo la traversata del deserto i suoi genitori sono stati uccisi dai trafficanti in Libia

Benny (nome di fantasia) è arrivato  a 15 anni da solo dal Mali, con una forma di leucemia fulminante. A sei mesi dal suo arrivo a Catania, ha iniziato il suo inserimento a scuola. I volontari l’hanno accompagnato regolarmente alle visite sanitarie: «Le terapie  vanno fra alti e bassi, L’anno scorso ha avuto alcune infezioni e non è potuto entrare in classe. sogna di diventare cuoco».  Benny quest’anno ha vissuto a Reggio Calabria, insieme a due ragazze di 17 anni che erano state vendute a trafficanti di schiavi ai fini della prostituzione. Insieme ai loro due figli neonati, di 20 giorni e di 1 mese. Sono rimaste incinte in Italia, di altri profughi minorenni, nella struttura di prima accoglienza. Poi in casa ci sono gli altri ragazzini soli, con volontari, un assistente sociale ed un mediatore culturale.