Colombia, storie di ex combattenti fuggite dalla guerriglia ma anche dei loro bambini(Lettera 43, 2/06/017)


Il 40% dell’esercito delle Farc era composto da donne. Ma in 15 anni quasi 8 mila di loro hanno disertato. Perché costrette ad aborti forzosi. O separate dai loro bambini che ancora oggi cercano di rintracciare.  È il caso di Myriam, dell’Ejercito Popular de Liberación, altro gruppo ribelle armato: «Quando mi sono arruolata facevo la maestra in una scuola rurale e vedevo l’ingiustizia quotidiana. Sentivo la necessità di un cambiamento. Era il 1984 e la violenza della rivoluzione mi sembrava l’unica strada». «Si deve prendere in considerazione la nostra situazione in quanto donne», aggiunge un’altra ex combattente, entrata nelle Farc a 13 anni. Un’altra  racconta come dopo essere stata reclutata dalla guerriglia a soli 15 anni a Mapiripan, paese dove nel 1997 i paramilitari assassinarono decine di civili, ha deciso di fuggire: «Con la prima gravidanza non ho avuto possibilità di scelta e sono stata costretta ad abortire. La seconda volta ho insistito per poter avere il bambino, e così è stato. Ho partorito, però dopo un mese mio figlio è stato portato in un accampamento diverso dal mio. Otto mesi più tardi sono stata assegnata al battaglione dove si trovava il mio bambino, allora ho deciso di scappare». Wendy ha una storia simile, ma viene dalla regione dell’Antioquia, tra le più colpite dal conflitto. Nel 2010 ha avuto un figlio, ma subito dopo il parto ha perso le tracce del piccolo. Da allora lo sta cercando.