Turismo sessuale minorile, il”primato” dell’Italia(osservatoriodiritti.it 26/4/2018)


L’Italia  è tra i primi sei paesi da cui partono i “clienti” di minori costretti a prostituirsi. Gli altri sono Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Giappone. Il 16 gennaio al Senato è stata presentata Stop sexual tourism, la campagna internazionale a tutela dei “Diritti Minorili nel Mondo”, promossa dall’Associazione fiori di acciaio, in collaborazione con Meter Onlus e patrocinata dall’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile).I turisti sessuali italiani sono circa 80 mila, di cui uomini il 90%. I principali paesi di destinazione sono Brasile, Repubblica Dominicana, Colombia, Thailandia e Cambogia, oltre a “nuove mete”: alcuni paesi dell’Africa e dell’Est Europa. Da non trascurare anche il numero in crescita delle donne che viaggiano  in cerca di sesso a pagamento con i minori. In totale sono il 10% dei turisti sessuali. Mentre gli uomini prediligono prede più giovani (fra i 12 e i 14 anni d’età) e tendono a cambiare partner ogni sera, le donne vanno in cerca di adolescenti per tutta la vacanza. Questo avviene soprattutto in Kenya e nei Caraibi. un altro dato preoccupante, diffuso da Ecpat, riguarda i pedofili. Questi hanno un target under 12 o addirittura 9 e  costituiscono  il 5 per cento. Il restante 35% sono  clienti abituali, mentre quelli occasionali sono  il 65%. Inoltre gli autori di questi delitti, in genere  non sanno  che stanno commettendo un reato, tanto in Italia e quanto all’estero. La normativa italiana è considerata molto avanzata ed è stata tradotta in varie lingue perché è una delle prime che ha previsto il principio di extraterritorialità: gli italiani che compiono turismo sessuale potrebbero essere inquisiti nello stato estero, su denuncia delle vittime, e poi in Italia, d’ufficio, dalla magistratura. Oltre alla normativa, ben poco è cambiato rispetto alle notizie date circa due  anni fa.