Una lunga lettera al Papa pubblicata oggi sul MESSAGGERO si Roma.” Caro Papa Francesco, siamo quella famiglia che da ormai sette anni ha visto la propria vita sconvolta dal tragico episodio dell’abuso sessuale subìto da nostro figlio Alessandro, da parte di un sacerdote di Rozzano (Mi), don Mauro Galli, che da poco è stato condannato, in primo grado, a sei anni e quattro mesi di reclusione». Inizia così la lettera aperta firmata Cristina ed Ettore Battaglia.Prete abusò di un bimbo, telefonata choc: «Avevo 9 anni, perché?». «Era amore, ti mando dei soldi»
«Per noi, come per tutte le vittime, per poter credere alla buona fede, alla coerenza, alla tolleranza zero occorre capire la declinazione delle parole nei fatti. Ti ringraziamo se vorrai rispondere». I firmatari della lettera indicano una serie di punti di opacità del sistema. «Nel nostro caso è provato che Monsignor Mario Delpini, unitamente a Monsignor Pierantonio Tremolada, hanno saputo subito che il sacerdote aveva portato a letto nostro figlio Alessandro Battaglia. Lo stesso Delpini ammette, sotto giuramento, che aveva ricevuto immediatamente la telefonata del Parroco che riferiva dell’allora presunto abuso sessuale. Delpini aggiunge che lo stesso don Galli, da lui personalmente incontrato ammetteva di aver dormito con il minore nel suo lettone matrimoniale (…) Ancora Delpini giura alla Polizia di essere stato lui in persona a decidere il semplice spostamento del prete, da una parrocchia all’altra».La famiglia Battaglia si chiede se dietro questo comportamento ci sia l’opera del diavolo. «Dunque se dietro a questo, come tu stesso annunci, c’è l’azione di satana, è possibile che tu abbia promosso Delpini Arcivescovo di Milano? È possibile che, ora che sai che lo stesso Arcivescovo è influenzabile, in qualche misura, dal maligno, possa governare la nostra Diocesi di Milano? Un Vescovo che ha preferito salvare l’istituzione…«Caro Papa Francesco tu dici che la Chiesa è vittima insieme agli abusati, ma nel nostro caso la chiesa vittima non si è vista: nel processo civile non si è seduta al nostro fianco, per chiedere i danni, magari costituendosi come noi parte civile, parte offesa, danneggiata. No, al contrario: sia il prete don Mauro Galli, che il suo Parroco di allora, che l’Arcivescovo di Milano con una diffida firmata dai tre loro distinti avvocati ci minacciava la richiesta di danni se non mettevamo a tacere la stampa sul caso.«Caro papa Francesco, Delpini riferisce alla Polizia che lo stesso prete pedofilo glielo aveva subito confessato e, anche lo stesso don Galli, lo giura in tribunale. Aveva confessato al suo Vescovo prima del suo spostamento da una parrocchia all’altra, trasferimento avvenuto immediatamente proprio per insabbiare».L’unica vicinanza del nostro Arcivescovo è stato per mezzo del suo avvocato per minacciarci la richiesta dei danni, e quando noi ti scrivevamo, monsignor Delpini non era ancora Arcivescovo di Milano… “Caro Papa Francesco, per continuare a credere in questa Chiesa ti chiediamo, a nome nostro e a nome di tutte quelle vittime, magari senza voce o che non sono state ascoltate, presenti a Roma da tutto il mondo in questi giorni: come si traduce tutto questo in azioni?”