Una buona notizia: Guerra in Yemen, porti chiusi alle armi (boll. trim. Amnesty Int. 4/10/2019)


Nel 2015 in Yemen, il più povero dei Paesi Arabi, è scoppiata una guerra terribile che ha visto. attacchi indiscriminati ai civili, torture, stupri, impiego di bambini soldato, utilizzo di bombe a grappolo,..Un bagno di sangue che chiama in causa le forze governative yemenite, la coalizione guidata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi, gli huthi ed i loro alleati. E anche  molti Paesi europei (tra cui Francia, Usa e Italia) che continuavano a fornire armi agli stati della coalizione. Ma, nell’  estate di questo anno, le cose cambiano. Molti Stati europei (come Norvegia, Finlandia, Danimarca e Germania) annunciano la sospensione della vendita di armi. Il 12 luglio l’Italia ferma i nuovi contratti ma anche le vecchie forniture già autorizzate. Il 30 luglio la Rwm Italia (in Sardegna), produttrice di bombe a grappolo, rende noto ai suoi lavoratori la sospensione per 18 mesi delle esportazioni verso gli E.A.U. Si fa presente che ogni 25 giorni navi da carico battenti bandiera saudita partono dagli Usa, toccano il Canada ed  approdano nei vari porti europei per fare il pieno di armi da portate in Arabia Saudita. Si scopre che una di queste navi da cargo, battente bandiera dell’Arabia Saudita,  stava cercando di trasportate bombe e materiale bellico destinato anche alla guerra In Yemen. Dopo aver caricato armi di produzione belga ad Anversa,  il cargo ha tentato di visitare porti in UK, Francia e Spagna per poi dirigersi a Genova. Ma anche qui si sono attivate organizzazioni internazionali, Associazioni e lavoratori portuali che, forti dell’impegno del Governo Italiano, hanno fatto ripartire il cargo verso l’Egitto senza poter caricare armi.