Yemen e i bambini-soldato (Il Fatto quotidiano 4/4/019)


Un’inchiesta di al-Jazeera racconta attraverso immagini e testimonianze il reclutamento di “child soldier” da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita.  Ahmad al-Naqib aveva 14 anni quando gli sono stati offerti ben 800 dollari al mese per lavorare nelle cucine di un campo militare dello Yemen. Ma si trattava solo di un inganno: ai giornalisti di al-Jazeera che hanno raccolto testimonianze che provano il reclutamento di bambini soldato da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita e impegnata nella guerra civile in Yemen, Ahmad ha detto che tanti ragazzini  venivano portati nei campi militari e mandati in prima linea contro i ribelli Houthi. Yemen e Arabia Saudita hanno ratificato il Protocollo Opzionale alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, rispettivamente nel 2007 e nel 2011, impegnandosi così a bandire l’uso dei minori nei conflitti armati. A fine 2018, un’inchiesta del New York Times ha accusato Riyad di reclutare bambini soldato nel Darfur per impiegarli nel conflitto yemenita, mentre già nell’estate del 2018 un rapporto dell’ONU sosteneva che  nel conflitto erano stati utilizzati 842 bambini dagli 11 anni in su: due terzi di questi erano finiti tra le fila dei ribelli sciiti Houthi, il resto era stato ingaggiato dalla coalizione con a capo Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Tutto questo grazie a trafficanti di esseri umani.