Le bambine scomparse dell’Asia di Gwendolyn Simpson Chabrier. Curcio, 2018


Segnaliamo un saggio importante sulla situazione delle donne e bambine in Cina ed India che appaiono accomunate da una assoluta e intransigente subalternità storicamente assegnata alla donna. Relegate  nel ruolo  di esseri poco più che senzienti, adatti tutt’al più a servire devotamente il maschio padrone, fanciulle e bambine non sono mai state innalzate al pieno status di esseri umani, rimanendo confinate nel limbo della semplice proprietà, al pari degli oggetti e del bestiame. Poco hanno potuto le aperture di Mao e Nehru contro la discriminazione di genere, che si è abbattuta con particolare e sistematica veemenza soprattutto su bimbe e neonate: alle «tradizionali» pratiche dell’infanticidio e dell’abbandono, tuttora largamente diffuse in entrambe le nazioni, si sono affiancati l’aborto selettivo e il lucroso – e spesso torbido – mercato delle adozioni internazionali. Cina e India presentano, infatti, un rapporto di genere tra i più bassi al mondo. La riabilitazione della figura femminile, il completo riconoscimento della dignità e dei diritti, oltreché del significativo e insostituibile apporto al benessere del paese, costituiscono oggi una delle maggiori sfide che Cina e India sono chiamate a raccogliere e che dovranno vincere.