(20/04/2018 , Focus,Casa dei diritti sociali))
L’hanno chiamata in tutti i modi: “malattia della bella addormentata”, “stato catatonico”, “apatia” eppure definire esattamente la “uppgivenhetssyndrom” (in inglese Resignation syndrome), letteralmente “Sindrome della rassegnazione” continua ad essere complicato perché, ancora oggi, questo disturbo che sembra affliggere solo i figli dei migranti in Svezia, rimane in larga parte un mistero. A soffrirne sono prevalentemente bambini e ragazzi immigrati tra gli 8 e i 15 anni che improvvisamente cadono in uno stato di torpore profondissimo, incapaci di rispondere a qualsiasi stimolo vitale, faticano a svegliarsi e sono costretti a nutrirsi con un sondino. Anche se le cause non sono chiare, così come non è chiaro perché la malattia sia stata identificata solo in Svezia, si ritiene che la sindrome colpisca prevalentemente i bambini e gli adolescenti con una storia di migrazione, soprattutto se il processo di richiesta del permesso di soggiorno si rivela particolarmente lungo e complicato. Spesso si considera un fattore scatenante il rifiuto della domanda di residenza e, secondo diversi specialisti, garantire un permesso di soggiorno alla famiglia dei malati, aiutandoli così ad una stabilizzazione, contribuirebbe al miglioramento della loro condizione.