MINIERE, CAVE, VETRERIE E FORNACI Scenari ottocenteschi se ci si affaccia ai bordi di una miniera d’oro peruviana, dove il 20% dei lavoratori ha fra gli 11 e i 18 anni e le condizioni sono durissime. Come per uno spaccapietre, sovente di dieci anni nella cava di Faridabad, India,che rischia di diventare cieco per la polvere e il riverbero. O se si osservano le mani da vecchio di un piccolo fabbricante di mattoni a Bogotà. O se si cerca di respirare nei 50 gradi di una vetreria indonesiana dove i bambini lavorano ai forni senza protezione. PROSTITUZIONEBambini e bambine avviati alla prostituzione per soddisfare gli appetiti sessuali di ricchi turisti 500.000 bambini e bambine prostituti in Brasile (secondo il Ministero degli Affari sociali), 300.000 in Thailandia, 100.000 nelle Filippine, 300.000 in India, 50.000 in Vietnam, 40.000 in Pakistan.TE’ E BANANE PER CONSUMATORI MOLTO LONTANI Quanti ragazzi muoiono ogni anno manipolando pesticidi nelle piantagioni? è raro che la notizia di ragazzini morti intossicati tra le banane – ad esempio – del Centro America, arrivi fino a noi.In Bangladesh, Nepal e India invece sono le piantagioni di tè a incorporare lavoro infantile in quantità (in Assam il 70% della manodopera). Orari enormi, paghe minime.CONCIATI PER LE FESTECairo e dintorni. Nelle concerie lavora una parte dell’1,4 milioni di piccoli egiziani fra i 6 e i 14 anni. Le condizioni di lavoro sono le stesse da sempre: ma si sono aggiunti molti prodotti chimici e i bambini continuano a lavorare a mani e piedi nudi. In India, Brasile o nel Sud-Est asiatico lo spettacolo è più o meno lo stesso.ABITI, SETA E SCARPE PER CONSUMATORI LONTANI Sono i prodotti di bassa tecnologia e largo consumo quelli con la cui produzione per l’esportazione paesi come Thailandia, Cina, Indonesia e India stanno tentando la scalata dello sviluppo industriale. Di mezzo ci sono le multinazionali che in genere appaltano il lavoro a ditte locali, le quali a loro volta lo subappaltano a ditte più piccole. In questo “giro” si annida il lavoro dei bambini, difficilissimo da scovare. In Indonesia il lavoro minorile è legalizzato (ma solo per 4 ore al giorno). Nel 1991 è stata denunciata la presenza di piccoli al lavoro anche nelle fabbriche che producono scarpe per la multinazionale Nike, che spende miliardi in pubblicità. Adidas, ha trasferito la produzione in Asia, chiudendo tutti gli stabilimenti europei. L’INCUBO DEI GIOCATTOLI Sull’etichetta ci sarà pure scritto Mattel o Chicco; ma ormai l’80% dei giocattoli di tutto il mondo sono fatti in Cina (dove lo stesso Ministero del lavoro si è detto preoccupato per la situazione dei bambini), Thailandia e Indonesia. Bambini che per 12 ore si trovano a contatto con plastica infiammabile, in ambienti surriscaldati, con poco cibo e dormendo in capannoni-ghetto. TAPPETI Un milione di bambini tessono tappeti su decine di migliaia di telai sparsi fra il Pakistan, l’India e il Nepal. li adddetti finali sono bambini: preferiti per via delle piccole dita molto adatte al lavoro, I bambini non hanno scelta. Prelevati da lontani villaggi con l’inganno di buone prospettive e con la corresponsione di un anticipo agli ignari e poverissimi genitori, vengono imprigionati in stanzette con poca luce, a rovinarsi ossa e vista dietro un telaio fabbricando nodi su fili dormendo poi nello stesso locale in mezzo alla polvere, con poco cibo. Quando si tagliano la ferita viene bruciata con un fiammifero per non sporcare i tappeti.DOMESTICI DELLE FAMIGLIE RICCHE Non li vede nessuno ma sono a milioni i piccoli domestici, dai 6 anni in poi, molto spesso pagati solo con il cibo – poco e scadente – e maltrattati.SCHIAVI PER DEBITI In molti Paesi del Terzo Mondo una famiglia povera che si indebita si ritrova a lavorare finché non ha ripagato il debito. Ma gli interessi sono troppo alti e la condizione di schiavitù si tramanda di padre in figlio,n Pakistan si stima che siano 8 milioni i bambini in schiavitù, su 20 milioni di adulti. Infine i BAMBINI DI STRADA di cui abbiamo spesso parlato.